Italia. Doppia scossa di terremoto poco fa
Un tranquillo pomeriggio d’agosto, caratterizzato dal caldo intenso e dal ritmo rallentato delle località costiere, è stato interrotto da un fenomeno naturale che, pur senza causare panico o danni, ha attirato l’attenzione degli esperti: due scosse di terremoto ravvicinate registrate al largo della costa sarda.
Sebbene nessuno le abbia avvertite direttamente, i sismografi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) hanno rilevato con precisione questi movimenti della crosta terrestre, confermando che si tratta di eventi di bassa magnitudo e assolutamente privi di conseguenze per la popolazione.
Il rilevamento delle scosse: orari, magnitudo e posizione
La prima scossa è stata registrata alle 14:06:08 (ora locale, UTC+02) con una magnitudo di 1.9 sulla scala Richter, a una profondità stimata di circa 21 chilometri. La seconda, avvenuta alle 14:47:30, ha avuto magnitudo 1.8 e si è sviluppata praticamente alla stessa profondità.
Gli epicentri si trovano entrambi al largo della Costa Sarda Nuorese, in linea con la zona di Budoni, un’area turistica molto frequentata in questo periodo dell’anno. Le coordinate fornite dall’INGV sono estremamente vicine: 40.6698, 10.0582 per il primo evento e 40.6700, 10.0693 per il secondo, confermando che le scosse sono state generate dalla stessa zona di attività sismica.
Perché queste scosse non sono state percepite dalla popolazione
Molti si chiedono come sia possibile che un terremoto possa verificarsi senza che nessuno lo percepisca. La risposta, spiegano i geologi, è legata a tre fattori fondamentali:
La bassa magnitudo – Eventi sotto magnitudo 2.0 sono spesso troppo deboli per essere percepiti a occhio nudo.
La profondità dell’ipocentro – In questo caso, circa 21 km sotto la superficie, riduce ulteriormente la possibilità che le vibrazioni arrivino in superficie in modo avvertibile.
La posizione in mare aperto – Essendo l’epicentro al largo, lontano dai centri abitati, le onde sismiche si disperdono prima di raggiungere la terraferma.
Come sottolinea il geologo Luigi Sanciu, “eventi sismici come questi rientrano nella normalità geologica della zona e non comportano rischi per la popolazione o per le infrastrutture”.
Il contesto sismico della Sardegna
La Sardegna, a differenza di altre regioni italiane, non è nota per un’elevata attività sismica. L’isola è generalmente considerata un’area a bassa pericolosità, ma questo non significa che sia completamente immune ai terremoti.
Gli eventi registrati negli ultimi anni dimostrano che, seppur rari e di magnitudo contenuta, movimenti tellurici possono avvenire anche in questa parte del Mediterraneo. Spesso si tratta di microscosse generate da assestamenti della crosta terrestre o da dinamiche geologiche sottomarine, lontane dalle faglie principali della penisola.
Come funziona il monitoraggio dell’INGV
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia gestisce una rete di sismografi distribuiti su tutto il territorio nazionale e anche in mare. Questi strumenti sono in grado di rilevare scosse impercettibili all’uomo, registrando dati fondamentali come magnitudo, profondità ed epicentro.
Nel caso delle due scosse in Sardegna, la Sala Sismica INGV di Roma ha immediatamente analizzato i parametri e pubblicato le informazioni ufficiali sul proprio sito, garantendo trasparenza e rapidità nella comunicazione. Il monitoraggio proseguirà anche nei giorni successivi per verificare eventuali repliche o altri microeventi nella stessa zona.