domenica, Settembre 7

Italia-Israele, il sindaco di Udine chiede il rinvio della partita: esplode la polemica politica

La spaccatura dell’opinione pubblica

 

Anche l’opinione pubblica si divide. I sostenitori della petizione, che hanno già raccolto 20.000 firme, chiedono un chiaro segnale politico e considerano la sospensione della partita un atto di responsabilità. I contrari, invece, vedono in questa iniziativa una forma di discriminazione mascherata da pacifismo, che finirebbe per isolare ulteriormente la comunità ebraica.

 

Non va dimenticato che il calcio, soprattutto quando si tratta della Nazionale italiana, ha un’enorme visibilità. Rinviare un incontro ufficiale di qualificazione ai Mondiali non passerebbe certo inosservato né in Italia né all’estero, e il messaggio politico sarebbe immediato e potente.

 

Udine al centro della scena internazionale

 

La città di Udine si ritrova così suo malgrado al centro di una vicenda che supera i confini locali. Lo stadio Friuli, casa dell’Udinese, dovrebbe ospitare l’incontro e accogliere migliaia di tifosi. Ma ora la comunità locale si interroga se l’evento rappresenti un’opportunità o un rischio.

 

Il sindaco De Toni, pur dichiarando di non voler alimentare divisioni, ha aperto una frattura politica che difficilmente potrà ricomporsi prima di ottobre.

 

Le prospettive future

 

Resta da capire quale sarà la decisione definitiva. La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) e la FIFA difficilmente accetteranno un rinvio senza motivazioni solide. Annullare una gara ufficiale di qualificazione sarebbe un precedente molto pericoloso e potrebbe avere ripercussioni anche sportive, penalizzando la Nazionale italiana.

 

Ciononostante, la pressione politica cresce. Da una parte i promotori della petizione e i settori della sinistra che sostengono la richiesta di rinvio; dall’altra, Fratelli d’Italia e il centrodestra che denunciano un atto discriminatorio.

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