venerdì, Novembre 21

Brindisi, sequestrate 42 tonnellate di passata bulgara spacciata per italiana: maxi-frode sventata al porto

Una frode alimentare di proporzioni enormi è stata intercettata al porto di Brindisi, dove la Guardia di Finanza ha sequestrato 42 tonnellate di passata di pomodoro proveniente dalla Bulgaria ma etichettata come prodotto di origine italiana. Il carico era destinato a due aziende note per la commercializzazione di prodotti “100% italiani”.

Il controllo alla dogana che ha svelato la truffa

I finanzieri, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e ai tecnici dell’Icqrf Puglia e Basilicata, hanno fermato due camion provenienti dalla Bulgaria durante i controlli ordinari dei veicoli provenienti dalla Grecia.

La documentazione di trasporto indicava correttamente l’origine bulgara, ma le confezioni riportavano la dicitura “Country of origin – Italy”. Un contrasto gravissimo, sufficiente ad attivare le procedure di sequestro immediato.

Una frode che vale centinaia di migliaia di euro

Secondo la Guardia di Finanza, se la merce fosse entrata in commercio, avrebbe generato profitti illeciti per centinaia di migliaia di euro. E soprattutto avrebbe ingannato i consumatori convinti di acquistare vera passata italiana.

Ma c’è un profilo ancora più allarmante: l’eventuale presenza di contaminanti o sostanze vietate, non compatibili con gli standard dei prodotti venduti come “origine Italia”. Una minaccia potenziale per la sicurezza alimentare e la salute pubblica.

Aziende italiane coinvolte: i nomi non sono stati diffusi

Le due imprese italiane che avrebbero dovuto ricevere la merce non sono state rese pubbliche, ma sarebbero attive nel mercato all’ingrosso e nella fornitura alla Grande distribuzione organizzata (GDO).

I rispettivi rappresentanti legali sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Brindisi con l’accusa di falsa indicazione di origine, uno dei reati più gravi in materia di tutela del consumatore.

Il rischio sistemico della falsa origine

L’operazione di Brindisi conferma un trend inquietante: la crescente presenza sul mercato italiano di prodotti stranieri camuffati da italiani, una pratica che colpisce il settore agroalimentare e danneggia sia i consumatori sia i produttori onesti.

Negli ultimi anni il numero di sequestri analoghi è aumentato, segno di un mercato sempre più permeabile a frodi sofisticate, che sfruttano lavorazioni all’estero e reimportazioni con etichette fasulle.

Consumatori ingannati e concorrenza sleale

L’impatto di una frode come questa è duplice:

  • Inganna i cittadini, che pagano come “Made in Italy” prodotti che non lo sono.
  • Danneggia le aziende italiane che rispettano la filiera e i costi di produzione del pomodoro nazionale.

Operazioni come quella della Guardia di Finanza sono essenziali per garantire trasparenza nel mercato, ma dimostrano anche quanto sia fragile la filiera agroalimentare di fronte alla falsa indicazione di origine.

Un’indagine destinata ad allargarsi

Le autorità non escludono che il sequestro di Brindisi sia solo la punta dell’iceberg di una rete più ampia. La filiera della passata bulgara spacciata per italiana potrebbe coinvolgere intermediari, trasportatori, confezionatori e distributori.

Nei prossimi giorni la Procura acquisirà documenti, fatture e materiali utili a ricostruire l’intero percorso della merce e verificare eventuali responsabilità ulteriori.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.

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