A meno di un minuto di distanza, precisamente alle 10:14, si è registrato un secondo evento tellurico, questa volta con magnitudo 1.7, ma con una profondità significativamente più superficiale: soltanto cinque chilometri. Questo secondo sisma ha avuto come epicentro un’area a due chilometri a sud di Ribordone. Nonostante l’intensità leggermente inferiore rispetto alla prima scossa, proprio per via della minore profondità, il secondo terremoto è stato percepito più chiaramente dalla popolazione reresidente
Nessun danno ma tanta preoccupazione tra i cittadini
Fortunatamente, non si registrano danni a cose o persone. Le autorità locali, in contatto con la Protezione Civile e con i tecnici della sala sismica dell’INGV, hanno confermato che non ci sono stati crolli, feriti né segnalazioni di criticità strutturali in seguito agli eventi. Tuttavia, l’inaspettata doppia scossa ha suscitato un certo allarme tra gli abitanti delle aree coinvolte, soprattutto a causa della rapidità con cui si sono succeduti i due eventi.
Molti cittadini hanno segnalato di aver avvertito un leggero tremolio, durato pochi secondi, seguito da un secondo movimento tellurico più deciso, tanto che alcuni sono scesi per precauzione in strada o hanno contattato i servizi di emergenza per chiedere informazioni. In alcune scuole e uffici pubblici, il personale ha attivato in via cautelativa i protocolli di sicurezza sismica previsti in queste circostanze.
Zona a bassa sismicità ma non esente da rischi
Il Piemonte, e in particolare l’area montana del Canavese, non è considerata tra le regioni italiane a più alto rischio sismico, come ad esempio l’Appennino centrale o alcune aree della Sicilia e della Calabria. Tuttavia, episodi come quello del 14 aprile dimostrano che anche territori tradizionalmente ritenuti “a bassa sismicità” possono occasionalmente essere soggetti a fenomeni tellurici.
L’attività sismica registrata in Val Soana rientra, secondo gli esperti, in un quadro di micro-sismicità tipica delle aree alpine, dove le forze tettoniche possono generare piccoli movimenti lungo le faglie presenti nel sottosuolo. Sebbene la maggior parte di questi eventi non superi solitamente i 2.5 gradi di magnitudo, possono comunque essere percepiti dalla popolazione, soprattutto se l’ipocentro è molto superficiale, come nel caso del secondo terremoto di oggi.
L’importanza del monitoraggio costante dell’INGV
Il lavoro svolto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è fondamentale per la comprensione e il monitoraggio del fenomeno sismico in Italia. Grazie a una rete capillare di stazioni sismiche dislocate su tutto il territorio nazionale, l’INGV è in grado di registrare in tempo reale ogni evento tellurico, fornendo rapidamente dati utili alle autorità e alla popolazione.
Nel caso specifico delle scosse nel Torinese, l’INGV ha fornito tempestivamente i parametri fondamentali di magnitudo, epicentro e profondità, rassicurando i cittadini sull’assenza di rischi immediati. Le informazioni diffuse sono state poi riprese dai media locali e nazionali, contribuendo a mantenere la situazione sotto controllo e a evitare inutili allarmismi.
Prevenzione e consapevolezza: strumenti fondamentali
Anche se i terremoti registrati il 14 aprile non hanno avuto conseguenze gravi, rappresentano comunque un utile promemoria sull’importanza della prevenzione e della consapevolezza in tema di rischio sismico. In Italia, un Paese ad elevata pericolosità geologica, è fondamentale che la popolazione sia preparata a reagire correttamente in caso di eventi sismici, anche di lieve entità.
Le istituzioni locali e nazionali, attraverso campagne informative e piani di protezione civile, continuano a promuovere la cultura della sicurezza, con indicazioni pratiche su come comportarsi durante e dopo una scossa di terremoto. Anche l’edilizia scolastica e pubblica viene progressivamente adeguata alle normative antisismiche per ridurre al minimo i rischi in caso di eventi più intensi.