“La signora Meloni non ha capito!” Duro attacco in diretta a Otto e mezzo
Durante l’ultima puntata di Otto e Mezzo su La7, il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo, ha espresso una critica incisiva alla strategia politica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
L’analisi si è inserita nel dibattito sul vertice convocato dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha riunito otto leader europei con l’obiettivo di affrontare la posizione degli Stati Uniti riguardo alla guerra tra Russia e Ucraina.
Secondo Caracciolo, la premier italiana avrebbe interpretato in modo errato la relazione con Washington, credendo di poter ottenere vantaggi strategici semplicemente allineandosi alle politiche americane.
L’Europa esclusa dai negoziati sulla guerra in Ucraina
Uno dei punti principali emersi durante il dibattito è stato il ruolo marginale dell’Unione Europea nei negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Alla domanda di Lilli Gruber sull’atteggiamento di Donald Trump nei confronti dell’Europa, Caracciolo ha risposto in modo netto: “Non è una questione di disprezzo, ma una constatazione della realtà. L’UE non ha un ruolo autonomo in questa guerra”.
L’analista ha sottolineato che né Biden, né Trump, né Putin, né Zelensky considerano l’Europa un interlocutore determinante nelle dinamiche del conflitto. Questo perché, secondo Caracciolo, l’Alleanza Atlantica, sebbene ancora esistente formalmente, ha perso la sua coesione, con diversi paesi che seguono politiche divergenti. Paesi come la Germania, la Turchia e l’Ungheria stanno adottando strategie differenti, mettendo in evidenza la frammentazione dell’UE sul piano geopolitico.
L’illusione di Meloni: un sostegno americano inesistente?
Uno degli aspetti più critici dell’analisi di Caracciolo ha riguardato la posizione della premier italiana. Secondo il direttore di Limes, Meloni ha commesso un errore di valutazione nel credere che un allineamento totale con Washington potesse portare benefici concreti all’Italia. L’idea che seguire le direttive degli Stati Uniti garantisse maggiore influenza all’Italia in Europa si è rivelata una mera illusione.
Gli Stati Uniti, ha ribadito Caracciolo, operano esclusivamente in base ai propri interessi nazionali, e questi non sempre coincidono con quelli dell’Italia o dell’Europa. La convinzione che un appoggio incondizionato a Washington avrebbe rafforzato la posizione italiana si è quindi rivelata poco realistica.
Gli Stati Uniti e la vera priorità strategica: la Cina
Un altro elemento chiave dell’analisi di Caracciolo riguarda la vera priorità degli Stati Uniti in ambito geopolitico. L’attenzione di Washington, infatti, è concentrata principalmente sulla competizione con la Cina, mentre la crisi europea e il conflitto in Ucraina rappresentano un interesse secondario.
Secondo Caracciolo, gli USA erano consapevoli sin dall’inizio che l’Ucraina non sarebbe mai entrata a far parte della NATO. Nonostante il sostegno militare ed economico offerto a Kiev, Washington non ha mai avuto come obiettivo principale la stabilizzazione dell’Europa, quanto piuttosto il contenimento dell’espansione cinese. Questa realtà dovrebbe far riflettere i leader europei e, in particolare, il governo italiano, che ha puntato molto sull’alleanza con gli Stati Uniti.
Le conseguenze per l’Italia e e UE
L’errore di valutazione della premier Meloni potrebbe avere ripercussioni significative sulla politica estera italiana. Puntare su un sostegno americano che, nei fatti, non è garantito potrebbe esporre l’Italia a una serie di rischi geopolitici.
Se l’Italia dovesse continuare a dipendere eccessivamente dalle direttive di Washington, rischierebbe di perdere autonomia nelle proprie decisioni strategiche. Inoltre, l’incapacità di riconoscere le vere priorità degli Stati Uniti potrebbe portare a una politica estera inefficace, incapace di rispondere alle sfide del futuro con un approccio indipendente e lungimirante.
A livello europeo, questa dinamica evidenzia una fragilità strutturale. L’Unione Europea non può continuare a dipendere dalle decisioni di Washington e dovrebbe rafforzare la propria autonomia strategica. Il fatto che gli USA non considerino l’Europa una priorità assoluta deve spingere i leader del continente a trovare soluzioni più indipendenti per affrontare le crisi globali.
L’Europa ha bisogno di una nuova strategia
Alla luce di queste considerazioni, appare chiaro che l’Unione Europea debba riconsiderare la propria strategia geopolitica. Non può più permettersi di rimanere un attore subordinato agli interessi americani, ma deve sviluppare una politica estera autonoma, capace di proteggere i propri interessi nel contesto internazionale.
Per raggiungere questo obiettivo, sarebbe necessario:
Investire in una difesa comune europea: La sicurezza dell’UE non può dipendere esclusivamente dagli Stati Uniti. Un maggiore coordinamento tra i paesi membri sul piano militare e della sicurezza potrebbe rafforzare la posizione dell’Europa nel contesto globale.
Ridurre la dipendenza economica da attori esterni: L’Europa deve sviluppare una politica economica più indipendente, diminuendo la sua vulnerabilità rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.
Rafforzare le istituzioni politiche dell’UE: Un’Europa più forte dal punto di vista istituzionale potrebbe diventare un interlocutore credibile e autorevole nelle relazioni internazionali.