mercoledì, Giugno 18

Legrottaglie, la verità sull’uccisione di Mastropietro: l’autopsia scagiona i poliziotti

Oggi è arrivato un nuovo sviluppo nel caso dell’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie. I risultati dell’autopsia su Michele Mastropietro, il 59enne ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia, forniscono elementi cruciali che potrebbero scagionare i due agenti indagati per eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi.

Mastropietro non è morto sul colpo: la causa è dissanguamento

Secondo quanto emerso dall’esame autoptico, uno dei colpi sparati avrebbe attraversato l’emitorace sinistro causando una grave emorragia polmonare, mentre un altro proiettile lo avrebbe colpito di striscio al braccio destro. La morte di Mastropietro non è avvenuta sul colpo, ma a seguito di un lento dissanguamento durante la sua fuga tra le campagne tra Francavilla e Grottaglie, in provincia di Brindisi, il 12 giugno scorso.

Nessuna colluttazione, nessun colpo ravvicinato

Nessun segno di colluttazione

: è questo il dettaglio che potrebbe cambiare il destino dei due agenti. L’autopsia ha escluso infatti contatti fisici e scontri corpo a corpo. È stata inoltre esclusa la possibilità di un colpo ravvicinato, smentendo così alcune versioni che circolavano subito dopo l’accaduto.

Queste informazioni rendono più plausibile la legittimità dell’uso delle armi da parte degli agenti, che si erano trovati a fronteggiare un uomo armato e in fuga dopo l’omicidio di un militare.

I poliziotti sono anche parte offesa

I due agenti indagati sono in realtà parte offesa in un procedimento parallelo per tentato omicidio e lesioni gravi a loro carico, commesse – secondo gli inquirenti – insieme a Mastropietro da Camillo Giannattasio, l’altro fuggitivo di 57 anni che si è arreso senza opporre resistenza.

Durante l’udienza di convalida nel carcere di Taranto, Giannattasio si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha richiesto l’esame dello stub per verificare la presenza di polvere da sparo sulle mani.

In arrivo perizia balistica e relazione medica definitiva

Il PM ha annunciato nuovi approfondimenti investigativi, tra cui una perizia balistica per chiarire la dinamica dello scontro a fuoco. Intanto, la relazione completa dell’autopsia sarà consegnata entro 60 giorni.

La ricostruzione dei fatti e l’esame medico sembrano rafforzare la posizione dei due agenti, smentendo l’accusa – sostenuta da alcune forze politiche – di abuso nell’uso della forza. Una prova che rischia di zittire le critiche, soprattutto quelle provenienti da settori della sinistra più scettici sulla versione fornita dalle forze dell’ordine.

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