lunedì, Settembre 29

Luciana Littizzetto brinda con l’immagine di Mao: scoppia la bufera politica e social

Campione ha poi rilanciato: «Proprio in queste ore la giornalista cinese Zhang Zhan è stata condannata a quattro anni di carcere per aver raccontato l’inizio della pandemia a Wuhan. Se Littizzetto vuole sensibilizzare, avrebbe dovuto mostrare il volto di una giornalista imprigionata, non quello di un dittatore sanguinario. Le sue sono nostalgie inaccettabili, come quelle di Massimo D’Alema in pellegrinaggio a Pechino. A quando le celebrazioni di Stalin e Pol Pot?».

Il parallelo con D’Alema e le accuse di “nostalgie sinistre”

L’episodio è stato subito collegato alle recenti visite di Massimo D’Alema in Cina, interpretate da molti come un segnale di vicinanza politica a Pechino. Secondo FdI, la sinistra «in mancanza di leader ispiratori» si rifugerebbe in simboli e figure del comunismo mondiale. Il caso Littizzetto, in questa chiave, diventa l’ennesimo capitolo di uno scontro politico sempre più ideologico.

Un caso destinato a far discutere

Al momento, Luciana Littizzetto non ha replicato alle critiche. Ma il suo video continua a rimbalzare sui social tra chi minimizza parlando di semplice ironia e chi, invece, denuncia la leggerezza con cui vengono trattate figure storiche responsabili di crimini e repressioni. La sensazione è che la polemica non si chiuderà presto e che ogni gesto pubblico, specie se amplificato dai social, rischi di trasformarsi in uno scontro politico e culturale.

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