Ljubicic gela i tifosi: «Così Jannik rischia New York»
«Sul duro Alcaraz è avanti 5-2 negli scontri diretti, ma il miglior Sinner su questa superficie vale quanto lui: partirebbero alla pari. Mi sorprenderebbe se non arrivassero entrambi in fondo, con il punto interrogativo delle condizioni fisiche di Jannik».
In chiave tattica, New York premia aggressività e servizio: meno smorzate, più first strike e tenuta negli scambi corti. Dettagli che Sinner sa massimizzare quando è integro.
Campo veloce, caldo e fattori chiave a New York
I campi di Flushing Meadows sono rapidi e il meteo può essere rovente. Il servizio e la gestione degli spostamenti sotto pressione diventano centrali. «Servirà essere al 110%», è la sintesi tecnica: margini ridotti, finestre di recupero ancora di più.
Gli altri azzurri e gli outsider
Lo sguardo di Ljubicic tocca anche il resto del plotone:
«Musetti ha perso brillantezza dopo il Roland Garros ma resta da top ten. Cobolli ora crede di più nei propri mezzi e può sorprendere. Occhio agli outsider: Fritz, Zverev, Djokovic… come ai tempi dei Big Three, può sempre spuntare qualcuno in base alla forma».
Fisico, testa e continuità: la ricetta
Nonostante gli stop recenti, l’ex n.3 non vede un problema strutturale nel corpo di Sinner:
«Ha risolto l’anca, poi sono arrivate situazioni sfortunate: caduta sul gomito, virus. Non vuol dire fragilità. Alcaraz? Ha trovato continuità e ora vince anche quando non gioca al meglio. E ha solo 22 anni».
Classifica e corsa al vertice
La lotta in cima resta apertissima e passa dallo Slam americano. Ljubicic sottolinea il peso dei prossimi punti:
«Alcaraz ha quasi 2000 punti di vantaggio nella Race. Se vince lo US Open e Sinner esce presto, per Jannik si complica. Ma se perde poco a New York, lo vedo ancora favorito: Bercy e ATP Finals, terreno di caccia per lui, valgono altri 2500 punti».
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