martedì, Luglio 1

Addio a Luigi Alva: il mondo della musica piange una leggenda dell’opera

Uno stile inconfondibile

Luigi Alva era celebre per uno stile vocale elegante, disciplinato e misurato. Sapeva rispettare i limiti della propria voce senza mai forzarla, mantenendo sempre una qualità interpretativa altissima. La sua musicalità era pura, sobria, eppure emotivamente coinvolgente. Questo lo rese il partner ideale di direttori d’orchestra leggendari come Claudio Abbado, Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Otto Klemperer e Nino Sanzogno.

Non limitò mai la sua arte ai confini italiani. Si esibì con successo nei teatri più importanti del mondo: dal Covent Garden di Londra alla Metropolitan Opera di New York (dove debuttò nel 1964 con Falstaff), passando per i festival di Glyndebourne, le stagioni operistiche di Vienna, Venezia, Buenos Aires, Tokyo e Sydney.

Maestro delle nuove generazioni

Dopo essersi ritirato dalle scene nel 1989, Luigi Alva decise di dedicarsi all’insegnamento e alla promozione della musica lirica. Tornò in Perù per fondare la Fundación Pro Arte Lírico, un ente che si proponeva di avvicinare i giovani alla bellezza dell’opera. Parallelamente, collaborò anche con la scuola di canto del Teatro alla Scala, formando una nuova generazione di interpreti e trasmettendo la sua immensa esperienza con passione e rigore.

Successivamente si stabilì a Lugano, dove continuò a lavorare come regista e scenografo, portando avanti la sua visione artistica anche al di fuori del canto.

Una discografia da collezione

Il lascito musicale di Luigi Alva è immenso e documentato da una discografia impressionante. Ha registrato oltre 30 opere complete, tra cui sei diverse versioni de Il barbiere di Siviglia. Le sue interpretazioni delle opere di Mozart, Rossini, Haendel, Donizetti e Verdi sono ancora oggi punti di riferimento per studenti e appassionati.

Ha inciso anche numerosi recital con romanze italiane, canzoni latinoamericane e arie celebri, dimostrando grande versatilità e sensibilità musicale. La sua voce rimane immortalata in registrazioni che continuano a ispirare il pubblico di tutto il mondo.

L’omaggio del Teatro alla Scala

Anche il Teatro alla Scala, che fu la sua casa artistica per quasi trent’anni, ha voluto ricordarlo con commozione. Il sovrintendente Fortunato Ortombina e il direttore musicale Riccardo Chailly hanno celebrato non solo il cantante, ma anche l’uomo, sottolineando il suo fondamentale contributo alla vita culturale del teatro e il suo impegno nel formare giovani artisti.

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