La ripartenza dopo lo stop
La Global Sumud Flotilla è ripartita nella notte dal porto catalano, dopo lo stop forzato di domenica causato dal maltempo che aveva costretto le imbarcazioni al rientro a Barcellona. Circa 20 barche, cariche di aiuti umanitari e di attivisti filo-palestinesi, hanno ripreso la rotta verso Gaza. Tra i partecipanti figura anche Greta Thunberg, simbolo internazionale dell’attivismo ambientale, che ha scelto di unirsi alla missione in solidarietà con la popolazione palestinese.
Gli obiettivi della missione
La Flotilla, come già accaduto in passato, intende aprire un “corridoio umanitario” via mare per portare aiuti a Gaza, nel pieno della guerra tra Israele e Hamas. Tuttavia, i precedenti tentativi di giugno e luglio erano stati fermati dalle autorità israeliane prima di raggiungere la Striscia. L’arrivo a Gaza è previsto per metà settembre, ma gli stessi promotori ammettono che la riuscita della missione resta incerta.
La minaccia israeliana
Le dichiarazioni del ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir hanno alzato ulteriormente la tensione. Ben-Gvir ha annunciato l’intenzione di trattare gli attivisti come “terroristi”, con il rischio di detenzione in carceri di massima sicurezza. «Lo sapevamo già, che il trattamento non sarebbe stato gentile», ha commentato lo scrittore e attivista Vanni Bianconi, comandante di una delle navi svizzere, durante la trasmissione Filorosso su Rai3. «Ma proprio questa minaccia rafforza la necessità del nostro gesto».
Un movimento internazionale
Secondo quanto annunciato da Greta Thunberg, la spedizione non sarà isolata: il 4 settembre partiranno altre imbarcazioni dalla Tunisia e da altri porti del Mediterraneo. Inoltre, in 44 Paesi saranno organizzate azioni simultanee di solidarietà con la popolazione palestinese, trasformando l’iniziativa in un evento di mobilitazione globale.
Maltempo e imprevisti
Se Israele rappresenta l’ostacolo politico e militare, il maltempo resta la minaccia più concreta a livello operativo. Domenica, venti oltre i 30 nodi e onde proibitive avevano costretto al rientro. Ora gli equipaggi sperano in condizioni più favorevoli, ma restano pronti a fronteggiare nuove difficoltà lungo la rotta verso Gaza.