Un gelo che parla chiaro
L’indifferenza tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron non è certo un dettaglio insignificante. Negli ultimi mesi, i rapporti tra Roma e Parigi sono stati piuttosto tesi, complicati da divergenze su temi cruciali come l’immigrazione, le politiche economiche e la gestione delle crisi internazionali. Questo episodio, anche se avvenuto in un contesto di lutto e raccoglimento, sembra riflettere tutte le frizioni accumulate nel tempo.
Un mancato saluto in un’occasione simile, davanti agli occhi del mondo intero, assume inevitabilmente un significato politico: una freddezza che, pur nella cornice del lutto, non riesce a essere mascherata.
Macron ritrova il sorriso con Matteo Renzi
Poco più tardi, però, il presidente francese è stato protagonista di un momento decisamente più disteso. Sempre sul sagrato della basilica, Macron si è fermato a parlare con Matteo Renzi, leader di Italia Viva ed ex presidente del Consiglio italiano. I due si sono salutati calorosamente, scambiandosi strette di mano, larghi sorrisi e battute in francese.
La differenza tra l’atteggiamento riservato a Meloni e quello rivolto a Renzi è apparsa subito evidente. Con quest’ultimo, Macron si è mostrato rilassato e affabile, dimostrando quanto i rapporti personali tra i leader possano influenzare il linguaggio del corpo e il clima di un incontro.
Un saluto anche a chi riprendeva la scena
Non è finita qui: il presidente francese, evidentemente di ottimo umore, ha anche salutato con un cordiale “Bonjour” la persona che stava filmando la scena. Un gesto di cortesia spontaneo, che ha ulteriormente sottolineato quanto Macron fosse a proprio agio in quel momento.
Il contrasto con il gelo mostrato poco prima nei confronti di Meloni non poteva essere più evidente e non è sfuggito ai commentatori politici, che da ore analizzano il significato diplomatico di questi dettagli.
Meloni e Macron, un rapporto sempre più complicato
L’episodio ai funerali di Papa Francesco si inserisce in un quadro di rapporti franco-italiani sempre più difficili. Dalla gestione della questione migratoria al ruolo dell’Unione Europea sulle grandi sfide globali, fino agli attriti personali tra i due leader, i segnali di tensione sono numerosi e persistenti.
Meloni, che rappresenta una linea politica più sovranista e conservatrice, e Macron, esponente del progressismo europeista, sembrano trovarsi su due fronti opposti in quasi ogni dossier internazionale. Anche quando il protocollo diplomatico consiglierebbe un atteggiamento più disteso, le divergenze emergono in modo evidente.
I simboli che pesano più delle parole
In diplomazia, spesso sono i gesti, più che le dichiarazioni ufficiali, a raccontare la verità dei rapporti tra i leader. Il mancato saluto tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron davanti alle telecamere di tutto il mondo è uno di quei momenti che lasciano il segno. Non servono parole per capire che tra Roma e Parigi il clima resta teso, nonostante le dichiarazioni di facciata che invitano alla collaborazione.
Anche i funerali di un Papa, che teoricamente dovrebbero sospendere ogni rivalità politica in nome della comune fede e del rispetto istituzionale, non sono riusciti a sciogliere il ghiaccio tra i due leader.