domenica, Aprile 20

Meloni, dopo l’incontro con Trump scoppia una grana: Forza Italia è contraria

Secondo Tridico, si tratterebbe di una “resa totale” agli interessi statunitensi, con conseguenze potenzialmente gravi per l’economia e la politica estera italiane. “Trump ottiene tutto ciò che vuole da Meloni,” ha dichiarato l’eurodeputato, sottolineando come queste scelte siano in contrasto con l’interesse nazionale.

Il tema della web tax: Fratoianni accusa di ipocrisia

Sulla stessa linea si colloca Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che ha posto l’accento su un altro tema centrale: quello della giustizia fiscale. Fratoianni ha criticato duramente il governo per le sue posizioni sulla web tax, una tassa che colpirebbe le grandi multinazionali digitali come Google, Amazon, Facebook e Apple, accusate da tempo di elusione fiscale nei Paesi europei.

Secondo Fratoianni, l’atteggiamento del governo italiano è contraddittorio: “La premier parla di equità fiscale proprio nel luogo dove le multinazionali del web non hanno mai pagato quanto dovuto”. Un riferimento diretto agli Stati Uniti, dove molte di queste aziende hanno la propria sede legale e che da tempo esercitano pressioni sui Paesi europei per evitare l’introduzione di una tassazione digitale..

Una promessa che rischia di diventare una trappola.

Le critiche dell’opposizione trovano terreno fertile in un momento in cui la premier Meloni si trova a dover bilanciare ambizioni internazionali sempre più complesse con la necessità di mantenere coeso il suo governo. Il tentativo di rafforzare i legami con Trump e, in generale, con l’area repubblicana statunitense, rischia di esporla a contraccolpi politici interni non indifferenti.

In particolare, Meloni ha fatto promesse che, secondo molti osservatori, potrebbero ritorcersi contro di lei. Per soddisfare le richieste di Trump – nel caso in cui quest’ultimo dovesse tornare alla Casa Bianca – sarà infatti necessario ottenere l’approvazione della coalizione di centrodestra che sostiene il governo. Tuttavia, non tutti i partner sembrano disposti a seguirla su questa linea.

Le tensioni nella maggioranza: Forza Italia frena.

Uno degli elementi più critici della situazione riguarda proprio la tenuta della maggioranza parlamentare. All’interno della coalizione di governo, Forza Italia si mostra particolarmente restia a sposare pienamente la strategia di Meloni. I vertici del partito fondato da Silvio Berlusconi temono che un eccessivo allineamento agli Stati Uniti possa danneggiare i rapporti storici dell’Italia con l’Unione Europea, in particolare con Francia e Germania.

Forza Italia appare anche più sensibile ai timori degli industriali italiani, che vedono nella web tax uno strumento utile per creare un campo di gioco più equo tra le imprese locali e i giganti del tech, i quali godono spesso di trattamenti fiscali privilegiati. Una retromarcia sull’introduzione di questa tassa potrebbe quindi generare malcontento anche nel mondo imprenditoriale.

L’equilibrio delicato tra atlantismo e autonomia strategica

Il dibattito attuale riflette una tensione più ampia che attraversa la politica estera italiana: quella tra l’atlantismo e la necessità di preservare un margine di autonomia strategica. L’adesione a una visione fortemente pro-USA, come quella proposta da Trump, implica scelte di campo nette che possono rivelarsi controproducenti, soprattutto in un contesto multipolare come quello odierno.

Meloni si trova così stretta tra la volontà di presentarsi come leader di peso sulla scena internazionale e le richieste dei suoi alleati interni, che le chiedono maggiore cautela. Se da un lato vuole rafforzare i legami con Washington, dall’altro non può permettersi di incrinare l’unità della sua maggioranza.

Il ruolo dell’Unione Europea

Non va poi dimenticato il ruolo dell’Unione Europea in tutta questa vicenda. Bruxelles osserva con attenzione le mosse dell’Italia, soprattutto su dossier sensibili come la fiscalità digitale e le relazioni con la Cina. Un atteggiamento troppo sbilanciato verso le posizioni statunitensi potrebbe compromettere la credibilità italiana nei tavoli europei.

La questione della web tax, in particolare, è oggetto di discussione anche a livello comunitario. Alcuni Paesi membri – tra cui Francia e Spagna – hanno già introdotto forme di tassazione sui colossi del web, mentre l’UE nel suo complesso lavora da tempo a una soluzione condivisa. Un eventuale passo indietro dell’Italia verrebbe visto come un segnale di debolezza o, peggio, di sottomissione a interessi esterni.

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