giovedì, Giugno 5

Meloni prepara la nuova legge elettorale: addio collegi, così il Centrodestra blinda la vittoria

Non più circoscrizioni piccole e cittadine, ma ampie e regionali, accorpando magari territori come Piemonte e Liguria, dove il Centrodestra è più forte nelle zone rurali e nei paesi rispetto alle città. Il modello ricalcherebbe quello delle elezioni europee, con una mappa elettorale disegnata per neutralizzare la spinta urbana delle opposizioni.

Come ricordano fonti interne alla maggioranza, anche in Liguria – nonostante Genova sia andata al Centrosinistra – il Centrodestra ha mantenuto saldamente il controllo delle zone interne e dei piccoli comuni. Proprio da queste aree arriverà la spinta per vincere di nuovo a livello nazionale.

Il nome del premier sulla scheda e l’ombra delle preferenze

Un’altra novità sarà quasi certamente l’indicazione del nome del candidato premier direttamente sulla scheda elettorale, sulla falsariga di quanto accade nelle regionali.

Questo elemento avrebbe un doppio effetto: blindare Meloni di fronte a eventuali “sorprese” degli alleati, e mettere in crisi un Centrosinistra che fatica a trovare un leader unitario.

Resta invece aperta la partita delle preferenze: se da un lato in molti spingono per reintrodurle come già accade nelle europee, dall’altro i vertici di partito preferirebbero mantenere la possibilità di nominare direttamente i fedelissimi tramite liste bloccate. Una discussione che potrebbe slittare a dopo l’estate, ma che sarà decisiva nella nuova architettura elettorale.

Meloni corre ai ripari: Genova è solo il primo campanello d’allarme

Il risultato di Genova, così come il voto di Ravenna (storicamente “rossa” ma sempre più centrale nella battaglia politica del nord), ha lanciato un segnale forte al governo: il Centrosinistra unito può vincere. Ma è proprio da questa minaccia che nasce la controffensiva meloniana, costruita su misura per rafforzare la governabilità e ridurre al minimo i rischi di sconfitta nei collegi urbani.

Una mossa che vede d’accordo tutti i leader del Centrodestra: da Antonio Tajani a Matteo Salvini. E che potrebbe cambiare radicalmente le regole del gioco per il 2027.

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