In questa direzione va anche la prima selezione degli emendamenti dichiarati inammissibili per coperture insufficienti o incompatibilità di materia. Tra questi c’è la proposta della Lega per destinare 3 milioni di euro, dal 2026 al 2028, alla Nuova Orchestra “Alessandro Scarlatti” di Napoli.
Altre micro-norme restano però in piedi e alcune rischiano persino di “risorgere” attraverso correzioni tecniche o inserimenti nelle tabelle della manovra. Una prassi che a Palazzo Chigi conoscono bene, e che Meloni ha deciso di anticipare con un messaggio politico diretto.
Il problema degli escamotage dei senatori
Secondo quanto riportato, alcuni parlamentari starebbero già valutando escamotage per reintrodurre misure bocciate o per sostenere iniziative localistiche, sfruttando la flessibilità delle tabelle o riformulazioni tecniche. Ma l’indicazione della premier è drastica: niente appetiti particolari, niente norme cucite su misura.
La linea di Palazzo Chigi è dunque scolpita: concentrare gli sforzi su opere e interventi che abbiano una ricaduta reale nelle comunità locali, evitando che la manovra venga interessata da pressioni o rivendicazioni particolaristiche. Un modo per prevenire critiche, dissenso e tensioni sociali in una fase politica estremamente delicata.



















