Milano blindata per il corteo
Nuova giornata di tensione a Milano, dove centinaia di antagonisti si sono riversati in strada per protestare contro lo sgombero del centro sociale Leoncavallo, occupato per oltre trent’anni in via Watteau. Le forze dell’ordine hanno presidiato la città con un imponente dispiegamento, nel timore di scontri, visto che le manifestazioni successive allo sgombero sono storicamente violente.
Blitz e striscioni prima del corteo
Prima della partenza, un gruppo di manifestanti ha fatto irruzione nel cantiere del Pirellino, palazzo al centro di un’inchiesta urbanistica, affiggendo uno striscione con la scritta: “Occupare è giusto”. Altri militanti del centro sociale Lambretta hanno invece raggiunto la sede sgomberata del Leoncavallo, esponendo un cartello provocatorio: “Questa città di chi pensate che sia? Casa, reddito, cittadinanza per tutti”.
Il corteo e i volti noti presenti
Il corteo è partito dalla Stazione Centrale per dirigersi verso piazza Fontana, con l’obiettivo dichiarato di arrivare fino in piazza Duomo. In testa lo striscione “Giù le mani dalla città”, seguito dalle Mamme antifasciste del Leoncavallo. Tra i presenti anche figure politiche e pubbliche: Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana), Ilaria Salis (eurodeputata Avs), Alessandro Capelli (Pd Milano) e il presidente di Anpi Milano Primo Minelli. Sul fronte del mondo dello spettacolo hanno partecipato Claudio Bisio e Paolo Rossi.
Dichiarazioni e politica
Dal palco e dai microfoni non sono mancati messaggi politici radicali. Un manifestante ha invocato violenza contro Casapound, mentre in più momenti si sono levati cori per la Palestina. Salis ha dichiarato: «Milano non deve essere un privilegio, è importante ribadire il diritto alla città». Fratoianni ha invece sottolineato: «Il Leoncavallo è un bene prezioso, riportarlo a logiche commerciali è un errore».
Uova e petardi contro la polizia
La tensione è esplosa lungo il percorso che conduce alla Prefettura. Alcuni manifestanti hanno lanciato uova e petardi contro le forze dell’ordine schierate a presidio. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha difeso la decisione dello sgombero: «Il Leoncavallo era stato condannato a risarcire i danni per l’occupazione abusiva. Abbiamo fatto la cosa più normale di questo mondo».
Un sabato di alta tensione
L’iniziativa, che si intreccia con altre proteste legate alla causa palestinese, conferma il rischio di escalation. Milano si trova ancora una volta a gestire la difficile convivenza tra piazza e istituzioni, in un contesto di forte polarizzazione politica e sociale.