Diciotto anni dopo l’omicidio di Meredith Kercher, torna a far parlare il magistrato che coordinò le indagini: Giuliano Mignini.
In un’intervista rilasciata a La Stampa, l’ex pubblico ministero ha rivelato un dettaglio inedito che potrebbe riaprire vecchi interrogativi su uno dei casi di cronaca nera più discussi d’Italia.
La rivelazione: “Un nome mai emerso prima”
Mignini ha raccontato di aver ricevuto da una fonte che considera “assolutamente affidabile” il nome di una persona mai presa in considerazione nelle indagini ufficiali. Secondo quanto riferito, questo individuo potrebbe essere stato coinvolto nel delitto e sarebbe fuggito all’estero pochi giorni dopo l’omicidio, avvenuto nella notte tra il 1° e il 2 novembre 2007.
Il magistrato non ha voluto rivelare né l’identità né il Paese in cui la persona si sarebbe rifugiata, ma ha definito la segnalazione “degna di approfondimento”. Una dichiarazione che, a distanza di quasi due decenni, riapre il dibattito su possibili zone d’ombra nel caso giudiziario di Perugia.
Segnalazione alla Procura di Perugia
Mignini ha dichiarato di aver trasmesso l’informazione alla Procura competente, ma al momento non risultano nuovi fascicoli aperti né indagini ufficiali. “Ho fatto quello che ritenevo giusto – ha spiegato – segnalare un elemento che, se confermato, potrebbe essere importante”.
Fonti giudiziarie umbre, tuttavia, confermano che non è stata disposta alcuna riapertura formale del caso. Il quadro giudiziario resta dunque quello stabilito dopo anni di processi e ricorsi, con un solo colpevole riconosciuto in via definitiva: Rudy Guede.
Il quadro processuale: un solo condannato
Guede, condannato a 16 anni di reclusione, ha ormai scontato interamente la pena. Rimangono invece assolti in via definitiva Amanda Knox e Raffaele Sollecito, inizialmente accusati dell’omicidio ma poi scagionati dopo un lungo iter processuale. Knox resta però condannata per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, estraneo ai fatti e da lei falsamente coinvolto nelle prime ore successive al delitto.
Un mistero che non si spegne
La rivelazione di Mignini riapre ferite mai del tutto rimarginate, in un caso che ha diviso l’opinione pubblica italiana e internazionale. “Non è un atto formale, ma un’informazione che merita di essere verificata”, ha ribadito l’ex magistrato, lasciando intendere che potrebbero emergere nuovi sviluppi.
Il nome rimane per ora avvolto dal segreto, ma la notizia di una possibile figura mai indagata e fuggita all’estero aggiunge un capitolo inatteso alla storia del delitto di Perugia. Diciotto anni dopo, l’ombra sulla verità non sembra ancora dissolta.



















