Federica Mogherini si è dimessa dal Collegio d’Europa. L’ex ministra degli Esteri e già Alta rappresentante dell’Ue ha comunicato la sua decisione in una mail indirizzata a personale e studenti, un messaggio dal tono formale ma emotivamente molto diretto.
«In linea con il massimo rigore e correttezza con cui ho sempre svolto i miei compiti, oggi ho deciso di dimettermi», ha scritto Mogherini, sottolineando di essere «orgogliosa» del percorso svolto negli ultimi cinque anni e profondamente grata alla comunità accademica per sostegno e fiducia.
L’inchiesta: frode, corruzione e appalti Ue sotto la lente
Le dimissioni arrivano mentre la Procura europea (Eppo) indaga su una presunta rete di frode negli appalti, corruzione e uso improprio di fondi Ue legati ai programmi vinti dal Collegio d’Europa. Secondo gli investigatori, l’istituto avrebbe ottenuto bandi milionari attraverso informazioni privilegiate e procedure ritenute anomale.

Con Mogherini risultano indagati anche:
- Stefano Sannino, già segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna;
- Cesare Zegretti, manager del Collegio d’Europa.
I tre erano stati ascoltati martedì dagli inquirenti, dopo perquisizioni e sequestri operati dalla polizia belga. Le accuse – tutte da provare – si inseriscono in una fase di forte tensione interna all’Unione europea, dove ogni scandalo riaccende il dibattito su trasparenza e gestione dei fondi.
L’ombra dei precedenti: Qatargate, Huawei e il rumore a vuoto
Il caso Mogherini arriva dopo altri due dossier che avevano scosso Bruxelles: il Qatargate e l’inchiesta Huawei. Entrambi erano partiti con clamore mediatico, ma hanno prodotto risultati giudiziari modesti e diverse ammissioni di errori investigativi.
Per questo, nel mondo politico europeo c’è grande cautela: da un lato la necessità di fare chiarezza, dall’altro il rischio di un nuovo scandalo gonfiato che potrebbe ridimensionarsi nei mesi successivi.
Le conseguenze a Bruxelles
Le dimissioni di Mogherini non sono solo un gesto formale: rappresentano un terremoto per uno degli istituti più prestigiosi d’Europa, che forma da decenni diplomatici e funzionari Ue. L’ex ministra lascia anche la direzione dell’Accademia diplomatica dell’Unione europea, progetto su cui aveva investito molto.
Il clima nella capitale belga resta teso: l’indagine Eppo prosegue, mentre le istituzioni europee temono ripercussioni politiche in un momento di forte pressione esterna, tra guerra in Ucraina, crisi migratoria e interferenze straniere.



















