In molti si sono chiesti perché un calciatore del calibro di Jota avesse scelto un viaggio in auto così lungo, invece di tornare in aereo. Secondo fonti dei media portoghesi, al giocatore era stato sconsigliato di volare in seguito a un intervento chirurgico ai polmoni subito recentemente, dopo la partecipazione alla Nations League in Germania, torneo che il Portogallo aveva vinto.
Per precauzione, Jota aveva quindi deciso di affrontare il viaggio via terra, per poi imbarcarsi sul traghetto di 20 ore da Santander a Plymouth. Al suo fianco, il fratello André, che non ha voluto lasciarlo solo in quel percorso così impegnativo. Un gesto d’amore fraterno che si è rivelato fatale.
L’incidente sulla A-66
Mancavano circa 350 km alla destinazione quando, su un tratto rettilineo dell’autostrada A-66, la vettura ha perso il controllo a causa del cedimento di uno pneumatico. L’auto è finita fuori strada e si è trasformata in una palla di fuoco. Il traghetto sarebbe dovuto partire oggi pomeriggio alle 16, con arrivo previsto nel Devon per venerdì mattina. Dopo lo sbarco, Jota avrebbe raggiunto Liverpool per unirsi al ritiro della squadra, previsto per lunedì 7 luglio.
Un momento d’oro spezzato per sempre
La morte di Jota è arrivata in un momento luminoso della sua carriera: la vittoria della Premier League con i Reds, il successo in Nations League, un matrimonio recente e tre figli che lo attendevano a casa. Tutto sembrava proiettato verso un futuro radioso. E invece, un esplosione nella notte, una curva mancata e un dolore inconsolabile hanno cancellato ogni prospettiva.
La notizia, confermata dalle autorità spagnole, ha scosso l’intero mondo del calcio e ha lasciato una nazione intera in lacrime.