New York, affluenza record e clima incandescente: Mamdani, Cuomo e Sliwa si giocano la poltrona da sindaco

Il candidato ha risposto con fermezza: “Non sarò intimidito. Le minacce del presidente non sono legge”.

Ma la tensione non si ferma qui. Mamdani ha accusato una “strana alleanza” tra Trump ed Elon Musk, entrambi schierati a favore di Cuomo.
Musk, in particolare, ha denunciato “schede elettorali truccate” e la mancanza di controlli sui documenti dei votanti, alimentando sospetti e polemiche.

Cuomo tenta il grande ritorno

L’ex governatore Andrew Cuomo ha votato in mattinata, presentandosi come il candidato dei moderati: “Questa è l’elezione più importante della mia vita. Nel Partito Democratico c’è una guerra civile tra sinistra radicale e moderati. Io rappresento i moderati, come Obama, Clinton e Kennedy”.

Le sue parole puntano a riconquistare la fiducia di un elettorato deluso dalla polarizzazione e attrarre i voti indipendenti.

L’appoggio di Alex Soros e l’effetto simbolico

Un endorsement inaspettato è arrivato dal giovane miliardario Alex Soros, che ha dichiarato pubblicamente il proprio voto per Mamdani, definendolo “una nuova voce per un’America più inclusiva”. Un gesto che conferisce alla corsa una dimensione anche simbolica, con le élite finanziarie spaccate tra continuità e rinnovamento.

Un voto che va oltre New York

La contesa per la guida della metropoli americana ha assunto ormai un valore nazionale. Il risultato sarà una cartina tornasole per: – la direzione futura del Partito Democratico, – la forza del movimento progressista urbano, – e l’influenza politica delle comunità religiose e immigrate.

Se il trend dell’affluenza continuerà al ritmo attuale, la città potrebbe superare i due milioni di votanti, un livello mai visto dagli anni ’60.

Una notte lunga attende New York — e con essa, l’America intera, chiamata ancora una volta a scegliere tra moderazione, populismo e nuovo progressismo.

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