Nel mirino anche alcuni sindacati, accusati di non voler realmente gli aumenti per i lavoratori dopo aver rifiutato di firmare determinati accordi.
La frase sui “banchi a rotelle” e la reazione del M5S
Il momento più acceso è arrivato quando Gasparri ha pronunciato la frase destinata a far esplodere la polemica: «Certo dobbiamo fare di più, ma non abbiamo comprato i banchi a rotelle. Abbiamo pensato ai bonus libri e ai bonus per la scuola, anche paritaria».
Un riferimento diretto e polemico a una delle misure simbolo adottate durante l’emergenza pandemica, che ha scatenato la reazione immediata dei senatori del Movimento 5 Stelle. Dalle loro file si sono levate proteste, commenti e richiami, interrompendo l’intervento.
Botta e risposta in Aula e nuove provocazioni
Lontano dal ritrarsi, Gasparri ha rincarato la dose replicando alle proteste: «La lingua batte dove la ruota gira. Voteremo a favore perché l’Italia cresca ancora. Fatevi un giro sui banchi a rotelle».
Una battuta che ha alzato ulteriormente la tensione in Aula, trasformando il dibattito sulla legge di Bilancio in un vero e proprio siparietto politico.
L’intervento di La Russa e la chiusura ironica
A riportare l’ordine è stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha tentato di stemperare i toni con una battuta ironica: «Chiudiamo ancora con i banchi a rotelle, sono diventati un cult di quest’aula».
Un commento che ha sancito la fine della querelle, lasciando però la sensazione che il voto sulla manovra sia stato ancora una volta accompagnato da polemiche simboliche, capaci di catalizzare l’attenzione più dei contenuti economici in discussione.



















