mercoledì, Ottobre 15

Caos nel Movimento 5 Stelle: Chiara Appendino pronta a lasciare per scuotere il partito

Pur senza presentare formalmente le dimissioni, Appendino ha dichiarato di essere pronta a lasciare il suo incarico se questo potrà servire a dare una “scossa al Movimento”. «Non si può andare avanti con le autoassoluzioni» – avrebbe detto – in un passaggio che suona come una critica diretta alla gestione attuale.

La sua posizione è stata interpretata come un invito alla responsabilità collettiva e alla necessità di un cambio di rotta. Fonti interne parlano di un malcontento crescente tra i parlamentari più giovani, convinti che il Movimento debba tornare a rappresentare la voce dei cittadini delusi e degli astensionisti.

Verso un M5S più autonomo dal centrosinistra

Appendino propone una linea più indipendente, in grado di mantenere un dialogo con il centrosinistra ma senza rinunciare alla propria identità. L’obiettivo è quello di tornare a essere “progressisti indipendenti”, come già teorizzato durante l’assemblea costituente dello scorso anno. Un messaggio chiaro: le alleanze sono possibili, ma solo a condizione che il Movimento resti riconoscibile e radicato nei territori.

Nel frattempo, sul piano politico, il M5S ha deciso di ritirare la firma dal memorandum Italia-Libia presentato insieme a PD e AVS, sostituendolo con una proposta alternativa. Una mossa che, pur confermando la volontà di autonomia, ha alimentato nuove tensioni interne.

La replica di Gubitosa e la posizione ufficiale

Il vicepresidente Michele Gubitosa ha precisato che non risultano dimissioni ufficiali da parte di Appendino: «Ho verificato personalmente e posso ribadire che, né formalmente né informalmente, sono state presentate. Sarebbe singolare dimettersi a mandato ormai scaduto». Gubitosa ha comunque confermato la linea ufficiale del partito: «Il Movimento ha scelto di essere progressista e indipendente, e continuerà su questa strada».

Un bivio decisivo per il futuro del Movimento

Il clima interno resta teso. L’uscita di Appendino, se dovesse concretizzarsi, segnerebbe un passaggio simbolico nella storia del Movimento, già provato da anni di perdite elettorali e di continue trasformazioni identitarie. Conte è chiamato ora a compiere una scelta: rilanciare il M5S con una nuova visione o accettare la lenta erosione di un progetto politico nato per cambiare la politica italiana.

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