Il nuovo scandalo europeo legato alla presunta frode negli appalti Ue e ai fermi eseguiti in Belgio continua a produrre reazioni a catena sul piano geopolitico. Dopo le operazioni che hanno coinvolto Federica Mogherini, l’ex ambasciatore Stefano Sannino e un terzo dirigente del Collegio d’Europa, dalla Russia arriva un attacco diretto contro Bruxelles. A parlare è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che usa l’inchiesta come punto di partenza per contestare l’Unione Europea in materia di trasparenza, fondi e gestione delle crisi internazionali.
Le accuse del Cremlino: «Corruzione ignorata, ma si fa la morale agli altri»

Zakharova ha definito lo scandalo un’ulteriore dimostrazione delle “contraddizioni interne” dell’Ue, sostenendo che Bruxelles sarebbe troppo incline a criticare gli altri Paesi mentre, allo stesso tempo, sottovaluterebbe le proprie problematiche. L’episodio, secondo la portavoce, dimostrerebbe come l’Unione non riesca a proteggersi da dinamiche di gestione opaca dei fondi comunitari.
«L’Unione europea preferisce ignorare i suoi problemi di corruzione», ha dichiarato Zakharova, citata dai media russi, commentando l’indagine belga. L’esponente del Cremlino ha sostenuto che questa vicenda confermerebbe una presunta fragilità del sistema europeo, soprattutto in relazione ai meccanismi con cui vengono gestite risorse e appalti di dimensione transnazionale.
Covid, Ucraina e fondi: il nuovo affondo russo
Approfittando del clamore seguito ai fermi, Zakharova ha ampliato il raggio delle accuse spostando l’attenzione sui finanziamenti europei destinati a Kiev, nel contesto della guerra in Ucraina. Secondo la portavoce, i canali ufficiali e non ufficiali attraverso cui transitano i contributi per il sostegno all’Ucraina sarebbero vulnerabili a dinamiche illecite.
«Ogni giorno, milioni di euro fluiscono attraverso canali corrotti verso Kiev nell’Ue, e da lì finiscono nelle tasche dei privati. Questo accade da anni alla luce del sole», ha affermato. Nei suoi commenti Zakharova ha inoltre collegato la questione a un presunto pattern di gestione economica europea che, a suo dire, emergerebbe anche nei dossier sulla pandemia da Covid-19.



















