Oggi cade il governo: attesa per il voto di fiducia e per la scelta di un nuovo premier
La politica francese vive una giornata di forte tensione e incertezza. Oggi all’Assemblea nazionale si terrà un voto di fiducia che potrebbe decretare la caduta del governo guidato da François Bayrou, in carica da meno di nove mesi. L’appuntamento parlamentare rappresenta un passaggio cruciale per il futuro dell’esecutivo e, più in generale, per la stabilità politica del Paese. In un contesto segnato da proteste sociali, calo della fiducia dei cittadini e avanzata delle forze populiste, l’eventuale sfiducia al primo ministro rischia di aprire una fase delicatissima per la presidenza di Emmanuel Macron.
Il voto di fiducia e il discorso di François Bayrou
Alle ore 15 è previsto l’intervento di François Bayrou davanti ai deputati dell’Assemblea nazionale. Il leader del MoDem, partito centrista alleato di Macron sin dal 2017, difenderà la manovra economica da 44 miliardi di euro, basata su tagli alla spesa pubblica e misure di risparmio. Una manovra definita “necessaria” dal governo, ma che ha suscitato forti critiche da parte delle opposizioni e di alcuni settori della stessa maggioranza.
La maggioranza parlamentare, infatti, appare ormai profondamente frammentata. I segnali di sfiducia verso l’esecutivo sono numerosi e l’ipotesi di una bocciatura sembra sempre più concreta. Se ciò accadesse, la breve esperienza di Bayrou a Matignon si concluderebbe con un bilancio amaro, segnando un ulteriore scossone per la politica francese.
Una crisi che riflette il malessere politico francese
La possibile caduta del governo non rappresenta solo un passaggio tecnico, ma il sintomo di una crisi più profonda. A meno di due anni dall’inizio del secondo mandato di Emmanuel Macron, il sistema politico francese appare fragile e diviso. La crescente distanza tra istituzioni e cittadini alimenta un clima di sfiducia, mentre le tensioni sociali si fanno sempre più evidenti.
Le recenti manifestazioni contro le politiche di austerità e le riforme impopolari, come quella delle pensioni, hanno evidenziato un Paese polarizzato. La sensazione diffusa è che l’esecutivo non riesca più a parlare con una parte consistente della società, in particolare con lavoratori e ceti medi colpiti dall’inflazione e dalla riduzione dei servizi pubblici.
Le difficoltà di Emmanuel Macron
Per il presidente Macron, la sfiducia a Bayrou segnerebbe la perdita del quarto primo ministro in meno di due anni, un dato che descrive con chiarezza la fragilità della sua azione politica. Il capo dello Stato si trova davanti a un bivio: nominare rapidamente un nuovo premier in grado di ricostruire la fiducia o affrontare l’ipotesi di nuove elezioni legislative, scenario che vorrebbe evitare a tutti i costi.
Infatti, secondo i più recenti sondaggi, il Rassemblement national di Marine Le Pen gode di un consenso attorno al 33%, mentre il blocco centrista che sostiene Macron – formato da Renaissance, MoDem e Horizons – non supera il 15%. Un’eventuale chiamata anticipata alle urne rischierebbe quindi di aprire la strada alla destra radicale, alterando profondamente gli equilibri politici del Paese.