La decisione del giudice e le accuse
Il fermo di Gianluca Soncin è stato convalidato dal GIP Tommaso Perna, che ha disposto la custodia cautelare in carcere accogliendo la richiesta delle PM Alessia Menegazzo e Letizia Mannella. Nel provvedimento vengono confermate le circostanze aggravanti: premeditazione, stalking, futili motivi, crudeltà e preesistente relazione sentimentale. La misura è motivata anche dal pericolo concreto che l’uomo potesse colpire l’ex compagno della vittima.
Le parole dell’ex moglie: dolore e distanza
L’ex moglie di Soncin, pur chiedendo l’anonimato, ha chiarito di non avere più alcun rapporto con il 52enne. In una breve dichiarazione ha espresso cordoglio e vicinanza alla famiglia di Pamela Genini, senza aggiungere ulteriori elementi per rispetto della giovane donna.
Gli ultimi messaggi: la richiesta d’aiuto
Alle 21:34 di mercoledì 14 ottobre, Pamela scrive all’ex fidanzato chiedendo di chiamare la polizia: «Ha fatto il doppione delle chiavi mie e ora è in casa». Segue una sequenza di messaggi in cui la 29enne, spaventata, tenta di prendere tempo. L’uomo allerta il 112 e si dirige verso l’abitazione di via Iglesias, zona Gorla, Milano. Alle 21:43 l’ex la avvisa: «Ti stanno chiamando». Pamela risponde: «Non posso rispondere, ho paura».
L’arrivo della polizia e l’aggressione
Alle 22:04 gli agenti arrivano sotto casa. Per evitare di allarmare Soncin, Pamela apre il cancello fingendo l’arrivo di una consegna. In quegli istanti l’uomo afferra un coltello da cucina e la colpisce con 24 fendenti. Quando la porta viene forzata, la giovane è agonizzante; Soncin, ferito al collo in un tentativo di suicidio, viene soccorso e arrestato.
Un delitto annunciato
Dalla ricostruzione investigativa emergono condotte persecutorie e controllo ossessivo sulla vittima. Gli inquirenti richiamano il pericolo per l’ex compagno di Pamela, elemento che ha pesato sulla scelta della custodia in carcere. Il caso riaccende il tema della prevenzione e della protezione immediata delle donne che segnalano escalation di minacce e violenza.
Cosa resta da chiarire
Le indagini proseguono per definire tempi, modalità e ogni supporto probatorio utile in vista dell’udienza. Resta aperta una domanda dolorosa: quali strumenti, tra misure cautelari e interventi tempestivi sul territorio, possono impedire che una richiesta d’aiuto si trasformi nell’ennesimo femminicidio?