lunedì, Aprile 21

Papa Francesco, lo pneumologo Pistolesi: ” Condizioni? non sono una buona notizia”

Secondo i bollettini medici rilasciati dal Policlinico Gemelli di Roma, lo stato di salute del Papa resta stazionario: non si registrano peggioramenti, ma nemmeno miglioramenti significativi. Nonostante l’assenza di nuove crisi respiratorie negli ultimi giorni, la prognosi rimane riservata e l’ossigenoterapia ad alti flussi continua a essere necessaria per supportare i suoi polmoni, sempre più affaticati.

Il parere dello pneumologo Massimo Pistolesi

A fronte di aggiornamenti medici sempre meno frequenti, la testata Open ha chiesto un’opinione a Massimo Pistolesi, pneumologo di fama ed ex Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. L’esperto ha analizzato la situazione del Santo Padre, fornendo un quadro chiaro delle sue condizioni e delle possibili prospettive future.

La voce del Papa: un segnale allarmante

Interpellato sull’audio diffuso, Pistolesi ha spiegato che la voce del Papa presenta le caratteristiche tipiche di una persona con un’affaticata funzione respiratoria:

“Si nota come il Pontefice fatichi a terminare frasi o parole più lunghe senza dover riprendere fiato. Questa è una caratteristica comune ai pazienti con una grave carenza di ossigeno. Dal punto di vista medico, la sua voce mi ha colpito molto: se in una situazione di stabilità il Papa ha questa difficoltà, possiamo solo immaginare la gravità dei momenti di crisi acuta.”

Nessun nuovo episodio di crisi respiratoria: un buon segno?

Alla domanda se l’assenza di nuove crisi respiratorie fosse un segnale positivo, Pistolesi ha risposto con cautela:

“Si tratta di una stabilità che definirei molto grave. Il mio sospetto è che Papa Francesco, data la sua età avanzata, possa avere anche problemi di deglutizione e inalazione polmonare. Questo potrebbe spiegare le crisi respiratorie e i broncospasmi registrati nei giorni scorsi.”

Il medico ha poi ricordato che il team sanitario aveva specificato il ritorno del Pontefice a un’alimentazione solida, lasciando supporre possibili episodi di aspirazione di cibo. Questo fenomeno indica una compromissione del riflesso della deglutizione e della tosse, che normalmente protegge i polmoni dall’ingresso di particelle di cibo. L’inalazione accidentale di cibo nei polmoni potrebbe aumentare il rischio di infezioni gravi.

Il ruolo dell’ossigenoterapia nella ripresa del Papa

L’ossigenoterapia ad alti flussi continua a essere una parte fondamentale del trattamento. Pistolesi ha sottolineato che questa terapia rappresenta un supporto semi-intensivo avanzato:

“Non si tratta di un paziente che può essere curato in una normale corsia ospedaliera. Il profilo clinico è quello di una persona in condizioni molto serie. L’ossigenoterapia ad alti flussi può consentire al Papa di pensare o scrivere, ma in caso di necessità di ventilazione con maschera, anche queste attività diventano più difficili.”

Secondo Pistolesi, la compromissione della qualità di vita di Papa Francesco era evidente già prima del ricovero. Segni come il cambiamento del viso, più magro ma con gonfiore localizzato, potrebbero indicare una terapia cortisonica prolungata.

Il cortisone, sebbene utile per un sollievo immediato, ha effetti collaterali pesanti a lungo termine:

“Indebolisce i muscoli e può compromettere la respirazione autonoma. Il fatto che i medici abbiano utilizzato dosi elevate fa pensare che le condizioni fossero già critiche. Personalmente, lo prescrivo solo nei casi più gravi.”

Quanto durerà questa stabilità?

Sul futuro della situazione clinica del Papa, Pistolesi non si dice ottimista:

“Una stabilità di questo tipo non può durare a lungo. L’attuale supporto medico sta prolungando la sopravvivenza, ma le condizioni che osserviamo fanno pensare a un progressivo esaurimento delle capacità di recupero.”

Secondo l’esperto, le prospettive di un miglioramento significativo sono ridotte, considerando anche l’età avanzata del Pontefice. Inoltre, il silenzio prolungato dei medici sull’evoluzione della situazione potrebbe indicare che non ci siano margini di miglioramento.

“Quando il team medico evita di fornire aggiornamenti dettagliati, significa che non ci sono sviluppi rilevanti da comunicare. Questo non è un segnale positivo.”

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