La Veglia del Sabato Santo sarà guidata dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, mentre la Messa Crismale del Giovedì mattina sarà presieduta dal cardinale Domenico Calcagno. La liturgia della Passione di Cristo, che si svolge il Venerdì Santo, sarà invece celebrata dal cardinale Claudio Gugerotti, attuale prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali.
Uno dei momenti più attesi della Settimana Santa, la Via Crucis al Colosseo, sarà affidato al cardinale Baldo Reina, vicario generale per la Diocesi di Roma. Infine, la Messa in Cena Domini nella Basilica di San Pietro, per coloro che non potranno partecipare alla celebrazione al carcere, sarà officiata dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica vaticana.
Condizioni di salute in miglioramento
Sul fronte della salute del Santo Padre, giungono notizie rassicuranti. Il Vaticano ha diffuso un aggiornamento ufficiale in cui si sottolinea che le condizioni respiratorie e motorie del Papa stanno mostrando continui miglioramenti. Il percorso di riabilitazione, che include anche esercizi di fisioterapia quotidiani, sta dando risultati positivi.
“Il Pontefice – si legge nel comunicato – riesce a rimanere per periodi sempre più lunghi senza bisogno di supporto respiratorio attivo. L’uso di flussi elevati di ossigeno è ormai limitato alle ore notturne e viene impiegato esclusivamente a fini terapeutici”. Questi dati fanno ben sperare circa una partecipazione, seppur limitata, del Papa ai momenti chiave della Pasqua.
Una testimonianza di fede vissuta
La decisione di Papa Francesco di non rinunciare alla celebrazione della Messa del Giovedì Santo, nonostante le sue fragili condizioni fisiche, rappresenta una testimonianza autentica di fede vissuta e di servizio alla Chiesa. È una scelta che sottolinea la sua volontà di incarnare in prima persona i valori del Vangelo, ponendosi al fianco dei più deboli e dimenticati.
Questo atto rientra pienamente nella visione pastorale del Pontefice, che fin dal giorno della sua elezione ha messo al centro del suo ministero la misericordia, la giustizia sociale e la prossimità ai poveri. Con questo gesto, Francesco non solo rinnova la tradizione cristiana di amore verso il prossimo, ma lancia anche un messaggio chiaro al mondo: nessuno deve essere escluso dalla grazia e dalla speranza, nemmeno chi si trova dietro le sbarre di una prigione.