Una ricostruzione smentita dal senatore leghista Claudio Borghi, relatore in Commissione Bilancio, che ha parlato apertamente di cancellazione totale della misura, sottolineando come il testo fosse “facile da leggere”.
Stralciato il maxiemendamento da 3,5 miliardi
Alla fine, nella notte, la maggioranza ha deciso di stralciare gran parte del maxiemendamento, facendo sopravvivere solo gli interventi legati al Pnrr e all’iperammortamento.
Tutte le altre misure, comprese quelle su pensioni e imprese, confluiranno in un nuovo decreto che dovrebbe essere approvato in uno dei prossimi Consigli dei ministri entro la fine dell’anno.
Opposizioni all’attacco: “Maggioranza implosa”
Durissima la reazione delle opposizioni. Il Partito Democratico parla di una maggioranza ormai “andata in tilt”, mentre il Movimento 5 Stelle sottolinea come lo stop alle misure non sia frutto di errori tecnici ma di un conflitto politico interno.
Secondo Italia Viva, il passo indietro sulle pensioni dimostra che non esiste più una linea condivisa all’interno dell’esecutivo, con ripercussioni dirette sull’iter della Manovra a meno di due settimane dal rischio esercizio provvisorio.
Un clima sempre più teso sulla Manovra
Le riunioni tra i partiti di maggioranza sono proseguite per tutta la notte, ma il clima resta teso. I continui passi avanti e indietro sulle pensioni stanno rallentando l’approvazione della legge di Bilancio e mettendo in difficoltà il governo sul piano politico.
Il capitolo previdenza, almeno per ora, viene accantonato. Ma lo scontro lascia strascichi evidenti in una maggioranza che appare sempre più divisa su uno dei temi più sensibili per milioni di lavoratori.


















