martedì, Ottobre 21

“Perché rifiuta l’Italia”: Sinner, polemiche dopo il No alla Coppa Davis

 

Negli ultimi anni, Jannik Sinner è diventato uno dei simboli più luminosi del tennis italiano e mondiale. Il suo talento, la sua dedizione e la crescita costante lo hanno portato ai vertici del ranking ATP, fino a conquistare traguardi storici come gli Australian Open e Wimbledon. Tuttavia, attorno al campione altoatesino continua a ruotare un dibattito acceso: il suo rapporto con l’Italia e con gli impegni legati alla maglia azzurra.

 

Le sue assenze in alcune occasioni di rappresentanza nazionale – dalla Coppa Davis alle Olimpiadi, fino agli incontri istituzionali e televisivi – hanno generato discussioni, critiche e riflessioni. Ma quanto c’è davvero dietro a questi “no” di Sinner?

 

La Coppa Davis e il primo “caso Sinner”: l’assenza di Bologna nel 2023

 

Tutto è iniziato nel settembre del 2023. L’Italia era impegnata a Bologna nelle qualificazioni per le Final 8 della Coppa Davis di Malaga, ma Jannik Sinner decise di non unirsi alla squadra. Una scelta che fece discutere tifosi e addetti ai lavori.

 

Il tennista, infatti, preferì restare a Montecarlo per allenarsi, con l’obiettivo di guadagnare punti preziosi in vista delle ATP Finals. Una decisione che, per molti, rappresentò una mancanza di attaccamento alla maglia azzurra, mentre per altri fu una scelta professionale legittima, dettata dal calendario intenso del circuito.

Nonostante l’assenza del suo numero uno, l’Italia riuscì comunque a qualificarsi per la fase finale. Quando poi Jannik decise di rientrare per le Final 8 di Malaga, si rivelò decisivo: vittorie su vittorie, fino al trionfo finale che riportò la Coppa Davis in Italia dopo 47 anni.

 

Quell’impresa fece in parte dimenticare la polemica iniziale, ma non cancellò del tutto il dubbio sul suo rapporto con la Nazionale.

 

Le rinunce precedenti: Coppa Davis, allenamenti e problemi fisici

 

L’assenza del 2023 non fu un caso isolato. Già in passato, Sinner aveva saltato la Coppa Davis in più di un’occasione. Nel 2019, ad esempio, preferì concentrarsi sugli allenamenti individuali, mentre nel 2022 i problemi fisici lo costrinsero a dare forfait.

In entrambi i casi, lo staff del giocatore spiegò che la priorità era preservare la sua salute e pianificare al meglio la crescita tecnica e mentale. Per un giovane atleta ancora in fase di sviluppo, il rischio di sovraccarico era concreto. Tuttavia, per una parte dei tifosi italiani, questi “no” cominciarono a delineare un pattern: quello di un campione che, pur rispettando la maglia azzurra, mette sempre al primo posto la propria carriera personale.

 

Le Olimpiadi: da Tokyo 2021 a Parigi 2024, due occasioni mancate

 

Un altro capitolo significativo è quello legato alle Olimpiadi. Nel 2021, quando i Giochi di Tokyo furono rinviati a causa della pandemia, molti si aspettavano di vedere Sinner tra gli azzurri. Invece, anche in quell’occasione arrivò un “no”.

 

Jannik spiegò di voler concentrarsi sulla propria crescita professionale, senza aggiungere un impegno così gravoso in un periodo già carico di tornei. La scelta venne accolta con un certo dispiacere, ma anche con comprensione da parte di chi vedeva in lui un atleta ancora in costruzione.

Tre anni dopo, nel 2024, la storia si ripeté. Alle Olimpiadi di Parigi 2024, Sinner era attesissimo come una delle possibili medaglie per l’Italia, ma un’improvvisa tonsillite lo costrinse al ritiro poco prima della partenza. Un imprevisto che fece scattare nuove polemiche, ma che questa volta fu accompagnato da certificazioni mediche e dal sostegno della FITP.

 

Molti, però, non poterono fare a meno di notare come l’Italia, ancora una volta, si trovasse senza il suo miglior giocatore nel momento più importante.

 

Il mancato incontro con Mattarella: Sinner e il “caso Quirinale”

 

Un altro episodio che ha alimentato la discussione risale al febbraio 2025, poco dopo la storica vittoria in Coppa Davis e la conquista della Billie Jean King Cup da parte della squadra femminile.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invitò al Quirinale tutti i protagonisti di quelle vittorie per celebrare il successo del tennis italiano. Tutti i giocatori e le giocatrici risposero presente, tranne Jannik Sinner.

 

Il tennista, reduce da settimane estenuanti in Australia – dove aveva trionfato per la seconda volta agli Australian Open 2025 – decise di non partecipare alla cerimonia. In quel momento, inoltre, era al centro del cosiddetto “caso Clostebol”, una vicenda legata a una presunta contaminazione da sostanze vietate, poi chiarita.

 

Sinner preferì trascorrere qualche giorno di riposo in famiglia e gestire le questioni legali e mediatiche del momento. Il suo entourage spiegò che si trattava di una scelta personale, dettata dalla necessità di recuperare energie fisiche e mentali.

Va ricordato, però, che nel 2024 Sinner aveva regolarmente partecipato alla cerimonia al Quirinale, mostrando rispetto e riconoscenza verso le istituzioni italiane. Proprio per questo, la sua assenza nel 2025 non suscitò grande scandalo, anche se qualcuno continuò a leggerla come un segnale di distacco.

 

Sanremo e gli impegni mediatici: un altro “no” di Sinner

Oltre alle competizioni e agli eventi istituzionali, Jannik Sinner ha sempre mantenuto un profilo estremamente riservato anche sul fronte mediatico. In molti si aspettavano una sua presenza al Festival di Sanremo, specialmente dopo i trionfi internazionali. Tuttavia, anche in questo caso, il tennista ha preferito declinare l’invito.

 

Secondo fonti vicine al suo team, Sinner non ama particolarmente i riflettori al di fuori del campo da tennis e tende a evitare le apparizioni televisive che non siano strettamente legate alla sua attività sportiva. Una scelta di coerenza, che però contribuisce a rafforzare l’immagine di un campione distante dalle logiche dello “show”.

 

Un campione riservato, non disinteressato

 

Alla luce di tutti questi episodi – Coppa Davis, Olimpiadi, Quirinale e Sanremo – si potrebbe pensare che Sinner “rifiuti” l’Italia. In realtà, la situazione è molto più sfumata.

 

Jannik è sempre stato un ragazzo estremamente riservato, concentrato sul lavoro e poco incline alle distrazioni. Ogni decisione, anche quelle più controverse, sembra essere guidata da una logica di disciplina e concentrazione. Quando indossa la maglia azzurra, come dimostrato a Malaga nel 2023, dà sempre il massimo e rappresenta il Paese con orgoglio.

Le sue assenze, quindi, non vanno interpretate come mancanza di patriottismo, ma come scelte ponderate di un atleta moderno, che vive in un mondo sportivo dove la pianificazione e la gestione delle energie contano quanto il talento stesso.

 

Il caso Sinner continua a dividere. Da un lato, c’è chi lo vede come un campione concentrato sul proprio percorso, consapevole dei propri limiti e delle proprie priorità. Dall’altro, chi vorrebbe un tennista più coinvolto, più “italiano” nelle manifestazioni pubbliche e più vicino al tifo azzurro.

Ma una cosa è certa: Jannik Sinner resta un patrimonio del tennis italiano, un simbolo di dedizione, talento e serietà. E forse, proprio la sua riservatezza e i suoi “no” contribuiscono a renderlo un campione autentico, diverso da tutti gli altri.

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