venerdì, Dicembre 12

Bulgaria nel caos: il governo si dimette sotto le proteste anticorruzione a tre settimane dall’ingresso nell’eurozona

Gli oppositori dell’allargamento dell’eurozona potrebbero sfruttare il caso bulgaro come argomento per frenare ulteriori integrazioni, sostenendo che non sia stato fatto abbastanza per garantire che i nuovi membri rispettino gli standard europei su stato di diritto e governance istituzionale.

L’incognita: chi guiderà la Bulgaria verso l’euro?

Con le dimissioni di Jeliazkov, la Bulgaria entra in una fase di incertezza totale. Il presidente Radev dovrà tentare di comporre un nuovo governo, ma le probabilità di successo appaiono modeste. L’alternativa è un esecutivo tecnico di transizione che traghetti il Paese fino a nuove elezioni.

Nel frattempo, resta da capire come questa crisi influenzerà l’ingresso formale nella moneta unica. Se da un lato il processo tecnico è già molto avanzato, dall’altro la perdita di stabilità rischia di complicare la gestione del passaggio e la percezione internazionale del Paese.

Per la Bulgaria, la battaglia contro la corruzione e per la credibilità politica appare solo all’inizio. E il momento storico, invece di consolidare il percorso europeo, lo ha reso ancora più fragile.

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