Il Ministero dell’Interno ha diffuso anche i dati suddivisi per singolo quesito referendario. Le variazioni sono minime:
- Quesito 1 (reintegro per licenziamento illegittimo): 7,41%
- Quesito 2 (indennità nelle aziende sotto i 15 dipendenti): 7,41%
- Quesito 3 (causali per contratti a termine): 7,43%
- Quesito 4 (responsabilità solidale negli appalti): 7,42%
- Quesito 5 (cittadinanza): 7,42%
Il dato mostra che la maggior parte dei votanti ha espresso il proprio voto su tutti i quesiti, ma resta molto bassa la platea complessiva dei votanti.
Amministrative in calo rispetto al primo turno
Non va meglio per i ballottaggi amministrativi: alle 12 l’affluenza si è fermata all’11,88%, in calo rispetto al 14,05% registrato al primo turno. Un ulteriore segnale della disaffezione crescente dell’elettorato verso le urne, anche quando in gioco ci sono i governi locali.
Un problema strutturale: elettori sempre più lontani
I numeri di oggi confermano una tendenza consolidata: sempre meno italiani partecipano al voto, soprattutto nei referendum. Un dato che non può essere ignorato dai partiti politici, chiamati ora a riflettere su strategie di comunicazione più efficaci e su temi che sappiano mobilitare l’elettorato.
Il rischio è che il quorum non venga raggiunto, delegittimando gli esiti delle consultazioni e rendendo inefficaci gli strumenti di partecipazione diretta previsti dalla Costituzione.
Per evitare che i referendum si trasformino in semplici esercizi formali, sarà necessario ricostruire il legame tra cittadini e istituzioni, puntando su una maggiore trasparenza, coinvolgimento e chiarezza degli obiettivi politici.