lunedì, Giugno 9

Referendum, Meloni non ritira le schede al seggio: cosa succede

Referendum, Meloni va al seggio: la sua decisione scatena la polemica

 

Referendum, la Premier Meloni al seggio

 

Domenica 8 giugno, durante la giornata elettorale dedicata ai cinque referendum abrogativi, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è presentata regolarmente al seggio, ma ha deciso di non partecipare alla votazione. Come già anticipato nei giorni precedenti dalla sua stessa portavoce e confermato dal suo staff nella serata di domenica, Meloni ha mantenuto la sua intenzione di non ritirare le schede referendarie.

Questa decisione ha avuto una conseguenza diretta sul piano formale: la premier è stata registrata come “non votante”, e sulla sua tessera elettorale non è stato apposto il timbro della sezione. A differenza di chi si reca al seggio e ritira le schede per poi votare “no” o consegnarle in bianco, la scelta di Meloni comporta l’esclusione dal conteggio dei votanti, non contribuendo quindi al raggiungimento del quorum previsto per la validità dei referendum.

La posizione di Meloni e il valore simbolico della scelta

La decisione della Presidente del Consiglio di non ritirare le schede rappresenta un atto politico ben preciso. Non si è trattato di una semplice astensione passiva, ma di una manifestazione chiara di distanza dai quesiti proposti. Meloni aveva già dichiarato nei giorni scorsi che non avrebbe preso parte attivamente al voto referendario e, coerentemente con quanto annunciato, ha scelto di non partecipare alla consultazione popolare.

Si tratta di una modalità prevista dalla normativa elettorale italiana, che riconosce ai cittadini il diritto di recarsi al seggio senza essere obbligati a ritirare le schede. In questi casi, come specificato nelle istruzioni operative del Ministero dell’Interno destinate ai presidenti di seggio e agli scrutatori, la persona viene annotata come “non votante”, e l’operazione non influisce sul conteggio dei votanti effettivi

Il leader dell’opposizione al voto fin dal mattino

Diversa invece la posizione assunta dai principali esponenti delle forze politiche di opposizione. Nella mattinata di domenica si sono recati alle urne, tra gli altri, Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, e Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. Entrambi hanno deciso di esercitare il proprio diritto di voto, dando così un segnale di partecipazione democratica e sostenendo la validità dello strumento referendario.

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