A bordo si consuma una divisione politica. Il Pd, con il deputato Arturo Scotto, ha annunciato che si fermerà al primo alt della marina israeliana. Una posizione che ha provocato lo scontro con M5S e Avs, intenzionati a proseguire a ogni costo. “Noi in mezzo al mare, loro nei salotti tv”, ha polemizzato Scotto contro i grillini rimasti a terra.
Il dibattito si riflette anche a Montecitorio, con il rischio che la vicenda diventi un nuovo terreno di scontro interno alla maggioranza e all’opposizione.
Il conto alla rovescia
La fregata Alpino invierà l’ultimo messaggio di allerta quando la Flotilla sarà a 100-120 miglia da Gaza. Da lì inizierà il vero conto alla rovescia. Gli equipaggi ribadiscono: “Ci fermeremo solo a un alt dell’Idf”. Nel frattempo, le comunicazioni radio risultano disturbate e diverse sagome sospette sono state avvistate nel buio.
Luca Casarini, leader di Mediterranea, e don Luigi Ciotti hanno chiesto alle istituzioni italiane ed europee di “alzare la voce per difendere la vita di chi è a bordo”. Ma con i cieli pattugliati dai droni e oltre quaranta imbarcazioni in rotta verso il confine, cresce la sensazione che la sfida simbolica possa trasformarsi in scontro reale.
Una nuova “Freedom Flotilla” in partenza da Catania
Mentre la missione principale si avvicina al blocco, da Catania è salpata un’altra spedizione, battezzata Freedom Flotilla, con dieci imbarcazioni guidate dal Fronte della Gioventù Comunista. A differenza della Global Sumud, non trasporta derrate alimentari ma punta apertamente a “sfidare l’assedio illegale di Israele”.