martedì, Marzo 4

Rissa in Parlamento: fumogeni, feriti e caos totale in aula

Tuttavia, l’opposizione ha dichiarato illegittima la seduta, sostenendo che prima dovessero essere confermate le dimissioni del primo ministro Milos Vucevic e del suo governo.

Dopo circa un’ora dall’inizio della discussione, la tensione è esplosa. I parlamentari dell’opposizione hanno iniziato a fischiare e a sventolare uno striscione con la scritta “La Serbia si è sollevata affinché il regime cadesse!”. La situazione è degenerata rapidamente: prima spintoni e urla, poi il lancio di fumogeni, uova e bottiglie d’acqua.

I filmati diffusi sui social mostrano momenti di estrema tensione, con alcuni deputati che cercano di proteggersi mentre il fumo invade l’aula. Secondo i media locali, almeno tre persone sono rimaste ferite durante gli scontri. Tra loro anche la deputata Jasmina Obradovic, che ha accusato un malore ed è svenuta in aula. Le immagini dei suoi colleghi che tentano di rianimarla sono diventate virali, scatenando un’ondata di reazioni nel Paese.

Accuse durissime: “Una banda terroristica”

Dopo il caos, la presidente del Parlamento Ana Brnabic ha puntato il dito contro l’opposizione, definendola una “banda terroristica” responsabile dei disordini. Dall’altra parte, i leader dell’opposizione hanno accusato il governo di voler ignorare le richieste della popolazione e di mantenere il potere con ogni mezzo.

Una crisi politica senza fine

Da mesi la tensione è altissima nel Paese. Le proteste anti-corruzione continuano senza sosta, alimentate dal malcontento popolare contro il governo. Il primo ministro Milos Vucevic ha annunciato le sue dimissioni lo scorso gennaio, ma il Parlamento deve ancora approvarle ufficialmente affinché abbiano effetto.

Le manifestazioni si sono intensificate dopo il crollo di una pensilina in cemento nel nord del Paese, avvenuto a novembre e costato la vita a 15 persone. Un disastro che l’opposizione attribuisce alla corruzione dilagante nelle istituzioni e che ha scatenato una rabbia incontrollabile tra i cittadini.

La situazione resta incandescente e il rischio di nuove proteste o scontri in Parlamento è altissimo. Il governo riuscirà a placare la crisi o il Paese è destinato a un’escalation di violenza politica?

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