Salis è cresciuta in una famiglia profondamente legata alla sinistra. Il padre Eugenio, scomparso durante la campagna elettorale, era il custode storico dell’impianto di atletica di Villa Gentile, un punto di riferimento per lo sport genovese. Un dolore personale che non ha interrotto la sua corsa politica, ma che l’ha resa ancora più umana agli occhi di molti elettori.
“La vita va avanti, proprio come avrebbe voluto mio padre”, ha detto in una delle sue ultime interviste.
Il matrimonio con Fausto Brizzi
Nel suo percorso personale c’è anche una storia d’amore pubblica e fuori dagli schemi: quella con il regista Fausto Brizzi. I due si sono conosciuti nel mondo dello sport e si sono sposati nel 2020 a Roma, in piena pandemia, con mascherine sul volto. Un anno dopo hanno rinnovato le promesse alle Maldive e nel 2023 è nato il loro primo figlio, Eugenio.
Dalla polemica con Gasparri alla sfida per Genova
Durante la campagna, Salis è stata bersaglio di attacchi anche pesanti, come quello del senatore Maurizio Gasparri che aveva detto: “La politica non è un concorso di bellezza”. Una frase che ha scatenato un’ondata di solidarietà per Salis, persino da ambienti politici opposti.
Il suo stile però è sempre stato pacato: “Preferisco rispondere con i fatti”, ha replicato, senza mai cedere alle provocazioni.
Una candidatura civica che ha unito
Silvia Salis si presenta come una figura civica, lontana dai partiti, ma capace di mettere d’accordo tutti: Pd, Verdi-Sinistra, M5S, Azione e persino Italia Viva. Una candidatura di equilibrio e concretezza, come l’ha definita anche l’ex sindaco Marco Bucci, che pure è del fronte opposto.
Considerata vicina all’area riformista del Partito Democratico, Salis ha saputo attrarre anche chi normalmente non vota a sinistra. Un profilo moderato, ma con valori ben radicati, che potrebbe rappresentare una svolta storica per Genova.
Questa sera, se i dati verranno confermati, la città potrebbe avere la sua prima sindaca ex olimpionica. E l’Italia politica, un volto nuovo da osservare da vicino.
Il programma elettorale: “Riprendiamoci Genova”
Il programma di Salis, intitolato “Riprendiamoci Genova”, si articolava in dieci punti chiave:
- Lavoro: Promuovere un patto per il lavoro che garantisca dignità salariale, sicurezza e parità di genere, contrastando la precarietà e il part-time involontario.
- Welfare e politiche sociali: Rafforzare i servizi sociali, migliorare l’assistenza domiciliare e ampliare l’offerta sportiva per tutte le età, con particolare attenzione alle persone con disabilità.
- Mobilità sostenibile: Opposizione a progetti come lo Skymetro e la funivia del Lagaccio, proponendo alternative che non impattino negativamente sul territorio e completando i cantieri già aperti.
- Cultura: Istituire un assessorato dedicato alla cultura per valorizzare il patrimonio artistico e creativo della città, supportando eventi e iniziative culturali in tutti i quartieri.
- Istruzione: Collaborare con le istituzioni educative per creare una città a misura di studente, attrarre investimenti internazionali e mettere al centro lo studio e la formazione.
- Abitare sostenibile: Considerare la casa un diritto, investendo in politiche abitative che garantiscano accesso equo all’alloggio e promuovano l’edilizia sociale
- Porto e infrastrutture: Ridisegnare il sistema portuale, restituendo la responsabilità delle opere all’autorità di sistema portuale e ponendo fine alla logica commissariale.
- Pulizia e decoro urbano: Implementare un nuovo ciclo dei rifiuti, rendere la TARI sostenibile per famiglie e imprese e rilanciare l’azienda municipale AMIU per una gestione efficiente dei rifiuti.
- Partecipazione e diritti: Rafforzare il ruolo dei Municipi, promuovere la multiculturalità, combattere la ghettizzazione e garantire l’accesso ai presidi antiviolenza e alle case rifugio.
- Sicurezza e qualità della vita: Migliorare la sicurezza attraverso la presenza attiva sul territorio, potenziare l’illuminazione e la manutenzione urbana, rendendo la città più vivibile per tutti