venerdì, Settembre 20

Sara e Andrea dispersi sul Monte Bianco: la tragica notizia è arrivata

A confermare la tragedia è stato il Peloton de la gendarmerie de haute montagne di Chamonix, il corpo francese specializzato nei soccorsi in alta quota.

Il ritrovamento: un tragico epilogo

I corpi di Sara e Andrea sono stati individuati nella zona del Mur de la Côte, una delle aree più pericolose del Monte Bianco, caratterizzata da un pendio ripido e ghiacciato. Questo tratto si trova lungo il versante francese della montagna, una delle più iconiche e impegnative per gli alpinisti di tutto il mondo. Le ricerche sono state ostacolate per giorni dalle condizioni meteorologiche estremamente avverse, con nebbia fitta, vento forte e temperature sotto lo zero. Nonostante gli sforzi incessanti dei soccorritori, le condizioni proibitive non hanno lasciato scampo ai due italiani.

La disperata richiesta di soccorso

L’allarme per la scomparsa di Sara Stefanelli e Andrea Galimberti è scattato sabato, quando i due alpinisti hanno contattato il Soccorso Alpino Valdostano per la prima volta. La loro richiesta d’aiuto è stata angosciante: “Non vediamo nulla, veniteci a prendere, rischiamo di congelare”, hanno dichiarato durante la chiamata. Purtroppo, a causa del peggioramento delle condizioni meteorologiche, le squadre di soccorso non sono riuscite a intervenire immediatamente. La fitta nebbia e il vento forte hanno reso impossibile il decollo degli elicotteri, mentre la scalata a piedi si è rivelata impraticabile per il rischio di valanghe e il pericolo legato alle temperature estremamente basse.

Le operazioni di soccorso

Le ricerche sono proseguite ininterrottamente, ma solo quando le condizioni meteorologiche sono migliorate, il team di soccorso è riuscito a salire sulla montagna. Nella giornata di lunedì, il tempo si è finalmente calmato, permettendo ai soccorritori di individuare i corpi di Andrea Galimberti e Sara Stefanelli. La scoperta dei due alpinisti italiani è stata seguita, poco dopo, dal ritrovamento di altri due alpinisti coreani, anch’essi deceduti. I quattro scalatori facevano parte di due diverse cordate, e le loro storie si sono tragicamente incrociate su uno dei percorsi più difficili del Monte Bianco.

La dinamica dell’incidente

La tragedia si è consumata rapidamente. Sara e Andrea si trovavano insieme su una cordata, legati tra loro per affrontare il ghiacciaio in sicurezza. Anche se le loro competenze tecniche e la loro preparazione erano adeguate, le condizioni atmosferiche si sono rivelate un nemico insormontabile. Secondo quanto riportato dalle fonti locali, la tempesta che ha colpito il Monte Bianco nel fine settimana ha reso impossibile orientarsi. La mancanza di visibilità e il freddo intenso hanno probabilmente contribuito a far perdere l’orientamento ai due alpinisti, portandoli verso un destino tragico.

Chi erano Andrea e Sara?

Andrea Galimberti, 53 anni, era originario di Arona, ma viveva vicino a Como. Di professione ingegnere, era un alpinista esperto, con numerose scalate alle spalle. Conosceva bene la montagna e amava le sfide che essa presentava. Sara Stefanelli, 41 anni, era di Genova e, sebbene meno esperta rispetto al compagno di cordata, aveva seguito un corso di alpinismo nella primavera di quell’anno. Appassionata di avventura e natura, Sara si era lanciata in questa esperienza con entusiasmo, nonostante le difficoltà che il Monte Bianco poteva riservare.

La loro impresa non doveva essere una scalata tecnica, ma una lunga camminata su ghiacciaio. Equipaggiati con piccozze e ramponi, erano partiti determinati a raggiungere la vetta. Tuttavia, il maltempo ha cambiato i loro piani, trasformando una semplice escursione in una lotta per la sopravvivenza..

Il Monte Bianco: una montagna che non perdona

Il Monte Bianco è una delle montagne più alte d’Europa e, ogni anno, attira migliaia di alpinisti da tutto il mondo. Con i suoi 4.808 metri di altezza, è una meta ambita per chi ama la montagna, ma anche una delle più pericolose. Le sue condizioni climatiche possono cambiare rapidamente, e ciò rappresenta un pericolo anche per gli alpinisti più esperti.

L’area del Mur de la Côte, dove sono stati trovati i corpi di Sara e Andrea, è particolarmente insidiosa. Si tratta di una zona molto ripida e ghiacciata, dove le cadute sono frequenti e le valanghe possono rappresentare una minaccia costante. Anche le condizioni atmosferiche, come dimostra questa tragedia, possono peggiorare senza preavviso, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio.

Le reazioni alla tragedia

La notizia della morte di Sara e Andrea ha lasciato tutti profondamente scossi. I loro amici e familiari hanno espresso dolore e incredulità per una tragedia che sembrava impensabile. Andrea, conosciuto e rispettato nel mondo dell’alpinismo, era considerato un punto di riferimento per molti giovani appassionati. Sara, dal canto suo, aveva appena iniziato a esplorare questo mondo, ma lo faceva con grande passione e determinazione.

Anche le autorità locali hanno espresso il loro cordoglio per l’accaduto. Il sindaco di Chamonix ha ricordato l’importanza di essere sempre estremamente prudenti quando si affrontano montagne come il Monte Bianco, dove anche i più piccoli errori possono avere conseguenze fatali.

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