Bruxelles e l’influenza di Ursula von der Leyen
La spinta per un cambio di rotta all’interno del PD non arriva solo dall’Italia. Secondo indiscrezioni, dietro questa strategia ci sarebbe un forte impulso da parte dell’Unione Europea, e in particolare della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. L’obiettivo sarebbe quello di avvicinare il PD al modello tedesco, in cui esiste un’alleanza consolidata tra i Popolari (PPE) e i Socialisti Democratici (SPD). In questo schema, un PD meno sbilanciato a sinistra sarebbe preferibile per creare un asse politico più solido e allineato con le strategie europee.
Uno degli aspetti più critici riguarda la politica estera e di difesa. Schlein ha mantenuto una posizione ambigua su questioni fondamentali, come il piano di riarmo da 800 miliardi di euro promosso dalla Commissione Europea. Una posizione che non è passata inosservata a Bruxelles, dove invece si vorrebbe un PD più in sintonia con la linea europea.
Il rischio di una spaccatura nel partito
Le mosse di Gentiloni, Prodi e Letta stanno creando fibrillazioni nel partito, con un possibile scenario di scontro interno che potrebbe portare a nuove primarie. Fonti vicine alla segretaria Schlein sono consapevoli di questi movimenti e attendono con apprensione l’evolversi della situazione. Il timore principale è che un pressing costante da parte di Ursula von der Leyen e dei suoi alleati possa spostare una parte significativa del PD verso posizioni più centriste, favorendo così Gentiloni.
Un altro elemento che complica la posizione della Schlein è la mancanza di una figura di riferimento forte al suo fianco. A differenza della premier Giorgia Meloni, che può contare sull’influenza strategica della sorella Arianna Meloni, Schlein sembra essere priva di un consigliere politico di pari impatto. Questa debolezza interna potrebbe rendere più difficile per lei resistere agli attacchi e mantenere il controllo della segreteria.
Un futuro incerto per il Partito Democratico
Le prossime settimane saranno decisive per il PD. Se Franceschini dovesse effettivamente decidere di allontanarsi da Schlein e appoggiare la fazione guidata da Gentiloni, il partito potrebbe trovarsi di fronte a una nuova stagione congressuale, con il rischio di profonde divisioni interne.
D’altro canto, Schlein potrebbe tentare di rafforzare la sua leadership cercando alleanze strategiche all’interno del partito e consolidando il sostegno della base, che le ha garantito la vittoria alle scorse primarie. Tuttavia, il rischio che il partito subisca una spaccatura tra l’ala più progressista e quella più centrista è sempre più concreto.