Una sconfitta che fa ancora male
Jannik Sinner ha perso la finale
del Roland Garros 2025 contro Carlos Alcaraz dopo una battaglia di oltre cinque ore, culminata in un super tie-break in cui l’azzurro non è riuscito a segnare neanche un punto. Ma a pesare sulla sconfitta — secondo molti esperti — non è stato solo l’aspetto tecnico. A fare la differenza è stato il peso mentale del match, in particolare quel game con tre match point non concretizzati. Lo sostiene Sergio Costa, psicologo dello sport iscritto all’Ordine degli psicologi del Lazio.
“Si è portato quel game sulle spalle”
«È possibile che Sinner si sia portato dietro il peso del game precedente» spiega Costa. «Quando si falliscono tre match point, non è solo una questione tecnica. È come se quel momento si fissasse nella mente e condizionasse ogni scambio successivo». Nonostante la reazione nel quinto set e la capacità di recuperare lo svantaggio, il contraccolpo psicologico ha avuto un impatto evidente nel tie-break finale, chiuso da Alcaraz con un parziale impressionante di 7-0.
Un tennis che logora la mente
«Nel tennis non c’è mai davvero una pausa» continua lo psicologo. «Ogni settimana bisogna giocare, difendere punti, viaggiare, gestire aspettative. E non c’è mai un momento per godersi una vittoria. Sinner lo ha vissuto in pieno: rientrava da una squalifica, ha fatto due tornei e due finali, e ora era lì a un passo dal sogno. Ma proprio quando ci sei vicino, la mente può tradirti».