Da mesi circola una narrazione tossica: Jannik Sinner, il tennista numero uno al mondo, dipinto come un “furbone” che fugge dall’Italia per non pagare le tasse. Una storia comoda, ripetuta a cicli regolari, ma che alla prova dei fatti non regge. Anzi, i dati ufficiali dimostrano l’esatto contrario: Sinner paga le tasse in Italia, paga all’estero e contribuisce come uno dei maggiori sportivi fiscalmente attivi in circolazione.

Secondo quanto riportato da Italia Oggi, soltanto tra imposte e trattenute sui montepremi percepiti nel nostro Paese, il fuoriclasse azzurro ha già versato all’erario italiano quasi 1,5 milioni di euro. Una cifra enorme, che lo colloca tra i maggiori contribuenti individuali. E questo riguarda solo una parte del quadro complessivo.
Perché Sinner paga le tasse anche in Italia

La residenza monegasca non significa affatto che Sinner sia “fiscalmente invisibile” in Italia, come spesso si insinua. Ogni giorno trascorso sul territorio nazionale da un atleta che genera redditi tramite sponsorizzazioni, apparizioni pubbliche, contratti commerciali o eventi, genera un’imposta dovuta al fisco italiano.
Non solo: Sinner possiede immobili in Italia, tra cui due appartamenti a Milano acquistati per una cifra complessiva di circa 7 milioni di euro. Investimenti che comportano ulteriori imposte, tasse patrimoniali, contributi comunali e spese legate al mantenimento.
La narrativa del “se ne va e non lascia nulla qui” è quindi semplicemente falsa.
La residenza a Monaco: ruolo delle società e tassazione reale
A chiarire il quadro è intervenuto anche l’avvocato internazionale Alessandro Belluzzo, esperto in wealth e fiscalità sportiva:
«Sinner risiede a Monaco dove ha società che gestiscono i suoi diritti d’immagine. E nel Principato, le società pagano le tasse».
Questo significa che la struttura fiscale dell’atleta non è un escamotage improvvisato, ma un modello standard adottato da centinaia di sportivi internazionali. A Monaco vengono tassate le società; nei Paesi dove Sinner gioca, vengono tassati i montepremi.
Quante tasse paga Sinner quando gioca in giro per il mondo
Sinner, come ogni top player, è tassato nel Paese in cui disputa i tornei. E in molti casi le aliquote sono tutt’altro che favorevoli.
- Italia: il 30% è trattenuto direttamente alla fonte.
- Regno Unito: l’atleta deve presentare dichiarazione dei redditi e pagare fino al 45%.
- Stati Uniti: aliquote federali + statali.
- Paesi esentasse (pochi): tra cui Riyad, Arabia Saudita.
Il risultato? Sinner è, come ha detto Belluzzo, «un contribuente del mondo». Viaggia, guadagna, paga. Ovunque.
L’attacco mediatico selettivo: perché si parla solo di lui?
C’è un ultimo elemento che pesa, forse più degli altri: la strana ossessione mediatica nei confronti del tennista altoatesino. La scelta della residenza fiscale è un tema comune tra calciatori, motociclisti, golfisti, piloti di Formula 1, tennisti di ogni nazionalità.
Eppure, nel dibattito italiano, il “problema fiscale” sembra emergere soltanto quando si parla di Sinner. Un atteggiamento che molti osservatori considerano sospetto, alimentato da pregiudizi o da una più generale tendenza a demolire l’eccellenza sportiva nazionale.
La verità, però, è ormai chiara: Sinner paga, contribuisce e rispetta tutte le normative. Ed è già uno dei maggiori atleti italiani in termini di imposte versate. Il resto sono solo narrazioni costruite che si sgretolano davanti ai numeri.



















