Ieri niente pubblico, solo una veloce sessione a porte chiuse. Oggi invece si fa sul serio: Sinner deve capire se il gomito tiene, se il dolore è alle spalle oppure no. Un’ora di scambi ad alta intensità, prima di decidere se affrontare davvero Shelton o alzare bandiera bianca.
La sfida non è solo fisica: è una battaglia mentale. Jannik ha battuto Ben Shelton in cinque precedenti su sei. Ma con un gomito compromesso, nulla è scontato. Serve precisione, concentrazione e quella capacità unica di trasformare le difficoltà in carburante per la vittoria.
Italia col fiato sospeso: “Testa fredda e cuore caldo”
L’Italia guarda, spera, sogna. Perché oggi non bastano il talento e il ranking: serve l’istinto del campione e la freddezza di chi sa gestire la pressione. Sinner lo sa. E se il suo braccio lo ascolterà, sarà pronto a regalare un’altra pagina epica sulla sacra erba di Wimbledon.
Oggi si decide tutto. Oggi l’Italia vuole volare con Jannik.