Dopo giorni di attesa, ecco la fotografia esatta delle intenzioni di voto:
- Fratelli d’Italia: 31,4% (+0,1%)
- Partito Democratico: 22% (-0,2%)
- Movimento 5 Stelle: 12,8% (=)
- Forza Italia: 8% (-0,1%)
- Lega: 7,8% (-0,2%)
- Verdi/Sinistra: 6,9% (+0,2%)
- Azione: 3,2%
- Italia Viva: 2,5%
- +Europa: 1,5%
- Noi Moderati: 1,3%
- Altre liste: 2,6%
Cosa ci dicono davvero questi dati
La crescita del primo partito, anche se minima, assume un valore simbolico: dimostra che la fiducia degli elettori non accenna a diminuire. Il calo del PD, invece, conferma una difficoltà strutturale nel mantenere costante la spinta dell’elettorato di centrosinistra.
Il M5S sembra bloccato: né perde, né guadagna. Una stabilità che, però, non coincide con un avanzamento nella competizione per la leadership dell’opposizione.
Il futuro: uno scenario più complesso di quanto sembri
Il sondaggio SWG suggerisce che i rapporti di forza non cambiano radicalmente, ma si assestano in modo graduale. E sono proprio questi movimenti marginali – qualche decimale guadagnato o perso – a costruire la dinamica politica reale.
Nelle prossime settimane sarà decisivo osservare se il PD riuscirà a invertire il trend, se il M5S troverà uno slancio e se i partiti del centrodestra minore sapranno recuperare terreno. Per ora, il vantaggio del primo partito resta solido, e il divario con gli avversari cresce, anche se senza rumore.














