Hanno affermato che Visintin “sta male” e hanno chiesto di lasciarlo in pace, evidenziando la sua vulnerabilità emotiva. Inoltre, hanno criticato la consulenza medico-legale condotta dall’antropologa forense Cristina Cattaneo, definendola non una vera e propria perizia, ma una consulenza.
Secondo i legali, sarebbe auspicabile che la Procura disponga una “super perizia” per chiarire le discrepanze tra le due consulenze precedenti: una che suggerisce l’ipotesi del suicidio e l’altra che indica un omicidio ad opera di terzi.
Le indagini e le perizie medico-legali
Dopo il ritrovamento del corpo di Liliana Resinovich, sono state effettuate diverse perizie per determinare le cause della morte. La prima consulenza aveva ipotizzato un suicidio, mentre la seconda, condotta dalla professoressa Cristina Cattaneo, ha evidenziato la presenza di lesioni sul corpo della vittima, suggerendo l’intervento di terze persone. Queste conclusioni contrastanti hanno portato a ulteriori richieste di approfondimento da parte della difesa di Visintin, che auspica una nuova perizia più dettagliata per fare luce sulla dinamica dei fatti.
Le reazioni di Sebastiano Visintin
Sebastiano Visintin ha espresso il suo stato d’animo riguardo alle indagini e alle perizie in corso. In un’intervista, ha dichiarato di essere sconvolto dalle conclusioni della seconda consulenza, che suggerisce una morte violenta per sua moglie. Ha ricordato che il suo consulente aveva già parlato in passato della presenza di lesioni sul corpo di Liliana. Visintin ha sottolineato la difficoltà di accettare l’idea che qualcuno possa aver fatto del male a sua moglie e ha ribadito il suo desiderio di conoscere la verità.
Il rinvio a giudizio per diffamazione
Parallelamente alle indagini sull’omicidio, Sebastiano Visintin è stato rinviato a giudizio per diffamazione aggravata nei confronti dei suoi vicini di casa, Gabriella Micheli e Salvatore Nasti. La querela è partita dopo alcune dichiarazioni rilasciate da Visintin in trasmissioni televisive, in cui avrebbe insinuato che i vicini si fossero introdotti nella sua abitazione e avessero sottratto le chiavi di casa. Il processo è stato fissato per il 20 novembre al Tribunale di Trieste