lunedì, Aprile 28

Trump-Zelensky: il mistero della terza sedia sparita, di chi era

Secondo quanto si ipotizza, Monsignor Sapienza avrebbe intuito il desiderio dei due presidenti di avere un confronto più diretto e riservato, senza la presenza di altri interlocutori. Un gesto discreto ma eloquente, che avrebbe reso possibile uno scambio franco e immediato tra Trump e Zelensky.

Nessun interprete: un dialogo diretto

Anche questo dettaglio non è passato inosservato: il colloquio tra Trump e Zelensky è avvenuto senza l’ausilio di interpreti. Del resto, anche durante il recente incontro alla Casa Bianca con il vicepresidente J.D. Vance, i leader avevano scelto di comunicare senza mediatori linguistici.

La scelta di dialogare direttamente suggerisce la volontà di ridurre al minimo le incomprensioni e le interferenze, creando un canale di comunicazione più autentico. Nonostante le difficoltà linguistiche, entrambi sembrano aver trovato un terreno comune di discussione.

A chi era destinata davvero la terza sedia?

Rimane il mistero sulla vera destinazione della terza sedia. Alcuni sostengono che fosse riservata a Emmanuel Macron, che è stato il primo a raggiungere Trump e Zelensky. Altri invece ipotizzano che fosse destinata a Keir Starmer, giunto poco dopo.

In ogni caso, sia Macron che Starmer hanno poi avuto colloqui separati con Zelensky. I leader si sono incontrati successivamente, lontano dalle telecamere, per discutere delle relazioni tra Ucraina ed Europa e delle strategie comuni da adottare nei confronti della guerra e della ricostruzione post-bellica.

Le reazioni internazionali

L’incontro tra Trump e Zelensky a San Pietro è stato interpretato come un segnale importante in un momento di grande tensione globale. Dopo mesi di rapporti difficili, il fatto che i due leader abbiano trovato il tempo e lo spazio per un colloquio diretto è stato visto come un passo verso un dialogo più costruttivo.

Tuttavia, non sono mancate le speculazioni e i retroscena. Alcuni analisti politici vedono nella rimozione della terza sedia un simbolo: la volontà di Trump e Zelensky di escludere temporaneamente l’Europa dal loro dialogo, preferendo un confronto bilaterale più incisivo.

Monsignor Sapienza, il “regista” silenzioso
Figura chiave di questa scena è senza dubbio Monsignor Leonardo Sapienza. Già noto per il suo ruolo nella gestione degli incontri ufficiali in Vaticano, Sapienza ha dimostrato ancora una volta grande sensibilità istituzionale. Il suo gesto di rimuovere la terza sedia, compiuto senza clamore ma con tempismo perfetto, ha contribuito a creare il clima ideale per un colloquio franco tra i due presidenti.

Non è la prima volta che monsignor Sapienza si distingue per la sua capacità di leggere al volo la situazione e di adattare l’ambiente alle esigenze dei protagonisti della scena diplomatica. La sua presenza discreta ma essenziale è stata notata e apprezzata da osservatori e commentatori internazionali.

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