giovedì, Giugno 26

Vannacci contro Schlein e Landini: “Ipocriti, anche la sinistra ha boicottato i referendum”

Nel 2003, i Ds – oggi Pd – invitavano apertamente a non votare sul referendum sull’articolo 18. Nel 2009, Rifondazione Comunista e Sinistra e Libertà (con dentro anche Fratoianni) chiesero di boicottare il referendum sulla legge elettorale. E nel 2016, Matteo Renzi da presidente del Consiglio fece appello all’astensione per il referendum sulle trivelle.”

Non finisce qui. Vannacci cita anche un editoriale de La Repubblica dell’11 giugno 2022: “Su 5 quesiti si consigliava apertamente di votare NO o di non andare a votare per impedire il raggiungimento del quorum”. Una linea di condotta che, per l’esponente leghista, conferma la natura “opportunistica e a geometria variabile” dell’indignazione democratica.

“Mi fanno ridere questi falsi puritani del dovere civico”

Questi falsi puritani del dovere civico si svegliano solo quando fa comodo a loro”, ha detto Vannacci con toni sprezzanti. “È la solita ipocrisia della politica dell’inciucio: moralismo a senso unico, indignazione selettiva”.

I cittadini devono essere liberi di scegliere anche il non voto, se ritengono che la consultazione sia priva di senso o strumentale”, ha sottolineato. “Il quorum è un ostacolo legittimo, e usare l’astensione per non farlo raggiungere è una tattica tanto valida quanto votare NO.”

Verso il weekend elettorale: Vannacci punta tutto sull’astensione

A pochi giorni dall’apertura delle urne, Vannacci rappresenta la voce più radicale di un fronte che vuole sabotare il referendum con l’arma del silenzio. Nessuna partecipazione, nessun voto, nessuna legittimazione. Una posizione che divide, ma che trova sponde anche tra i più critici della politica referendaria contemporanea.

Il suo appello rischia di diventare virale, soprattutto tra gli elettori più delusi o sfiduciati. E mentre la sinistra tenta di mobilitare le piazze, Vannacci parla al malcontento e alla memoria di chi, in passato, ha già visto questa “strategia del non voto” adottata da coloro che oggi la condannano.

“Ipocriti ieri, censori oggi”: così si chiude l’ultima provocazione di un generale che ha fatto del dissenso la sua bandiera politica.

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