martedì, Maggio 6

“Vergogna”: Littizzetto, lettera per il Papa ma scoppia la bufera

Trump, Zelensky e un miracolo inatteso

Non poteva mancare, come da tradizione, l’ironia pungente che caratterizza da sempre la comicità di Luciana Littizzetto. Durante il monologo, ha raccontato un episodio emblematico dei funerali, in cui Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono trovati seduti uno accanto all’altro. Un evento che ha definito, con tagliente ironia, “il primo miracolo postumo di Papa Francesco”.

Riferendosi a Trump, la comica ha scherzato: “L’hai riconosciuto subito, era l’unico vestito di blu. Lo so che hai pensato: ‘se muore il Grande Puffo ti vesti così’”. Anche l’arte sacra ha fatto capolino nel suo discorso: “Persino la Pietà di Michelangelo quando l’ha visto ha fatto così”, mimando un gesto di incredulità.

Il parterre dei potenti: Mattarella e Milei

Nel ricordare il funerale del Pontefice, Luciana ha voluto rendere omaggio anche alla compostezza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definendolo “l’unico davvero impeccabile, un vero capo di Stato”.

Poi ha rivolto una stoccata a Javier Milei, il presidente argentino noto per le sue posizioni provocatorie, che in passato aveva definito Papa Francesco “il demonio”. Durante il funerale, però, era visibilmente commosso. Luciana lo ha descritto così: “Quello con la motosega, quello che fino a ieri diceva che eri il demonio… e lì piangeva come se gli fosse morto il nonno che gli aveva insegnato a farsi il mate”.

La forza delle parole ripetute con speranza

Verso la fine della sua lettera, la Littizzetto ha ribadito un concetto fondamentale: la forza della perseveranza del Papa, la capacità di ripetere messaggi di pace, amore e fratellanza anche quando sembravano cadere nel vuoto. “Noi contavamo sulla tua tenacia, sulla tua forza di dire sempre le stesse cose senza mai perdere la speranza”.

È proprio questo il tratto che molti riconoscono a Papa Francesco: l’ostinata coerenza nel promuovere una Chiesa inclusiva, al servizio degli ultimi, vicina ai giovani, alle famiglie e ai poveri.

Un appello al futuro: “Dipende chi viene dopo”

Il monologo si è chiuso con uno sguardo al futuro. Luciana ha invitato idealmente Papa Francesco a osservare dall’alto quanto accadrà nel conclave del 7 maggio, quando i cardinali saranno chiamati a eleggere il suo successore. “Sbircia la Cappella Sistina e tieni d’occhio quello che combinano i cardinali”, ha detto, con il tono complice di chi conosce bene le dinamiche umane.

Poi, la frase che sintetizza tutta la sua riflessione: “È vero che morto un Papa se ne fa un altro, ma dipende chi”. Un monito e una speranza: che il prossimo Pontefice sappia raccogliere l’eredità spirituale e morale di Francesco, senza tradirne il messaggio.

Un omaggio che unisce comicità e commozione

La lettera di Luciana Littizzetto a Papa Francesco è stata un momento televisivo raro, capace di unire leggerezza e profondità, ironia e spiritualità. Attraverso il suo stile unico, ha saputo esprimere il dolore di un’intera comunità, trasformandolo in una riflessione sull’importanza della leadership spirituale e sulla responsabilità di chi verrà dopo.

In un mondo spesso cinico e distratto, parole come quelle della Littizzetto aiutano a ritrovare un contatto umano, autentico, con le figure che hanno fatto la storia. E Papa Francesco, senza dubbio, è stato una di queste.

 

 

 

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