martedì, Luglio 22

“Vergogna”, “piccolo sindaco”: bagarre in Consiglio comunale, Sala attacca Marcora e non molla

Beppe Sala in Consiglio comunale: «Le mie mani sono pulite, non mollo». Tancredi si dimette tra applausi e polemiche

AGGIORNAMENTO

Scontro frontale a Palazzo Marino: il sindaco Giuseppe Sala rompe il silenzio in aula, attacca chi lo accusa e ribadisce di voler restare al suo posto. La replica di Marcora incendia il clima: «Lei è un piccolo sindaco». Proteste fuori dall’aula e Pd che chiede un cambio di passo.

Sala rompe il silenzio: «Le mie mani sono pulite»

Poco dopo le 16:30, il sindaco di Milano Beppe Sala è intervenuto in Consiglio comunale, nel primo discorso dopo l’inchiesta urbanistica che lo vede indagato. Davanti a un’aula gremita e a telecamere accese, il primo cittadino ha difeso con forza la propria posizione: «Tutto quello che ho fatto in due mandati è stato nell’interesse dei cittadini. Le mie mani sono pulite». E ancora: «Non mi destabilizzerete: nella vita ho affrontato problemi cento volte peggiori».

L’attacco a Marcora e la polemica sul post “galeotto”

Sala non ha risparmiato un duro affondo contro Enrico Marcora, consigliere di Fratelli d’Italia, autore di un post satirico in cui lo ritraeva in versione “galeotto”: «Ho segnalato il suo gesto al presidente del Consiglio e del Senato. Se il suo partito lo premierà, vorrà dire che condivide quel comportamento». La risposta di Marcora non si è fatta attendere: «Lei deve rispondere alle nostre domande, non ai post. È un piccolo sindaco». La frase ha scatenato urla, proteste e minacce di sospensione della seduta.

Tancredi verso le dimissioni, applausi e tensione

Tutti gli occhi erano puntati su Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana per cui la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Dopo giorni di indiscrezioni, Tancredi ha annunciato ufficialmente le sue dimissioni tra applausi e strette di mano della giunta: «Decisione sofferta ma necessaria». In aula, la maggioranza si è alzata in piedi per salutarlo.

Fuori Palazzo Marino la piazza esplode

Intanto, in Piazza Scala, la protesta non si è fermata. Una trentina di manifestanti ha esposto striscioni: «Dimissioni subito. Basta Milano vetrina». Presenti movimenti come Potere al Popolo, Cambiare Rotta e Rifondazione Comunista. Tra i cori: «No ai bulli del mattone», mentre le telecamere documentavano l’assedio mediatico.

Alta tensione a Palazzo Marino: il sindaco di Milano Beppe Sala, travolto dall’inchiesta sull’urbanistica, sceglie la linea della resistenza e annuncia che non si dimetterà. Intanto l’assessore Giancarlo Tancredi lascia la giunta. Aula infuocata e proteste in piazza.

Sala: «Le mie mani sono pulite, resto al mio posto»

Puntuale alle 16.30, Beppe Sala ha preso la parola in Consiglio comunale per il primo intervento pubblico dopo le rivelazioni sull’inchiesta che lo vede indagato insieme a professionisti e membri della sua giunta. Il sindaco è apparso teso ma determinato: «Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature si è sempre basato sull’interesse dei cittadini. Le mie mani sono pulite. Non ho mai agito per vantaggi personali».

Sala non ha nascosto il peso delle ultime ore: «È fonte di grandissima sofferenza il mio coinvolgimento nell’indagine», ha detto, ribadendo però la volontà di non lasciare: «Se la maggioranza che mi sostiene c’è, io ci sono. Ho il dovere di fare il mio lavoro fino in fondo». L’aula lo ha accolto con applausi dalla sua parte politica.

L’attacco alla Procura: «Indagini riservate ai media? Vi sta bene?»

Il sindaco non ha risparmiato stoccate alla magistratura: «Non intendo dare giudizi sull’operato della Procura, ma vi sta bene che indagini riservate diventino pubbliche prima che gli indagati ne siano informati? Io l’ho scoperto dai giornali». La frase scatena applausi dai banchi della maggioranza e tensioni con l’opposizione.

“Al consigliere Marcora che ha ritenuto di avere un momento di fama postando una mia foto in versione da galeotto, voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e al presidente del Senato”, ha dichiarato il sindaco. Pronta la replica di Marcora: “È una minaccia?”.

Bagarre in aula: il caso Marcora e lo scontro sui social

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