Garlasco, nuova svolta nelle indagini: cosa hanno trovato nel canale prosciugato
Nuovi elementi emergono dall’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi
Un’importante scoperta è avvenuta nelle ultime ore a Garlasco, in provincia di Pavia, dove sono state condotte nuove operazioni di ricerca legate al caso dell’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nel 2007.
Durante i lavori di prosciugamento e dragaggio di un canale, effettuati dai vigili del fuoco nella giornata del 14 maggio, è stato rinvenuto un martello ritenuto di particolare interesse per gli inquirenti. Invece per ora nessuna traccia dell’attizzatoio che secondo Le Iene sarebbe stato lanciato nel canale dalla cugina di Chiara Poggi, Stefania Cappa.
La notizia è stata diffusa dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, che ha seguito da vicino gli sviluppi di questa complessa vicenda giudiziaria, tornata al centro dell’attenzione dopo nuove segnalazioni e testimonianze.
Leggi anche: Garlasco, e se Stasi fosse innocente? Il risarcimento milionario che potrebbe ricevere
Ritrovamenti significativi nel canale dragato
Il canale in questione si trova nella zona di Garlasco, non lontano dalla villetta di via Pascoli, dove avvenne l’omicidio. Le operazioni di ricerca hanno portato alla luce non solo un martello, ma anche altri oggetti il cui significato e utilità per l’inchiesta sono ancora in fase di accertamento. Tra questi è stato ritrovato anche un bracciolo di una sedia in ferro. Le fonti investigative hanno fatto sapere che verranno tutti sottoposti ad analisi approfondite da parte dei carabinieri del Ris, per verificare eventuali tracce biologiche, impronte o residui compatibili con la scena del crimine.
Secondo quanto riferito da fonti investigative all’Adnkronos, «gli oggetti recuperati sono attualmente al vaglio degli inquirenti, che ne stanno valutando la possibile rilevanza per le indagini». L’area oggetto delle ricerche, lunga circa 1,2 chilometri, è stata dragata solo in parte: le operazioni si sono concentrate in un tratto di 300 metri, quello che attraversa il centro abitato di Garlasco. Proprio in quel punto, secondo quanto dichiarato da un testimone intervistato da “Le Iene”, sarebbe stata lanciata l’arma del delitto che nel 2007 costò la vita a Chiara Poggi.
Il video della testimonianza, ora acquisito dagli inquirenti e posto sotto sequestro, verrà trasmesso integralmente nella puntata del programma prevista per il 20 maggio. Nel filmato, il testimone racconta di aver visto una ragazza – che identifica come Stefania Cappa, cugina della vittima e non indagata – gettare nella roggia un oggetto metallico lungo, simile a un attizzatoio da camino. Una descrizione che, se confermata, potrebbe dare nuova linfa a un’indagine rimasta per anni cristallizzata.
Il mistero del martello mancante
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda proprio il martello ritrovato, considerato dagli investigatori come un oggetto “interessante”. Da tempo, infatti, si sa che tra gli oggetti mancanti dalla casa della vittima, secondo l’inventario fatto dagli inquirenti all’epoca, c’era proprio un martello compatibile con l’arma del delitto, secondo quanto emerso nelle varie perizie.
L’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, ha confermato che l’unico oggetto assente dalla casa di Chiara è proprio un martello, e che finora non era mai stato ritrovato. Questo elemento potrebbe quindi rappresentare una svolta significativa nelle indagini, se le analisi confermeranno una corrispondenza tra l’arma ritrovata e le ferite riportate dalla vittima.
Le segnalazioni dei programmi televisivi
Questa nuova fase delle indagini è stata innescata anche grazie a nuove testimonianze raccolte da programmi d’inchiesta televisiva. In particolare, la trasmissione “Le Iene” ha dato voce a un presunto super-testimone, il quale avrebbe dichiarato che Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi, avrebbe gettato un attizzatoio proprio nel canale ora prosciugato.
Tuttavia, durante le ricerche effettuate il 14 maggio, nessun attizzatoio è stato ritrovato. Al momento, non è chiaro se l’informazione fosse infondata, se l’oggetto si trovi in un’altra zona, oppure se sia stato rimosso in passato. Le indagini dovranno ora verificare la veridicità delle dichiarazioni del testimone e stabilire eventuali connessioni con il nuovo materiale recuperato.