venerdì, Maggio 16

Lega, Silvia Sardone nuova vice di Salvini: è la prima donna nella storia del partito, affiancherà Vannacci

Lega, Silvia Sardone vice di Salvini

Silvia Sardone sarà ufficialmente nominata vice segretario della Lega. L’europarlamentare milanese affiancherà Roberto Vannacci nel nuovo corso voluto da Matteo Salvini, che annuncerà oggi le nomine durante il Consiglio federale del Carroccio.

La Sardone è la prima donna nella storia della Lega a ricoprire questo incarico e rappresenta un segnale chiaro della volontà di rinnovamento interna. La sua designazione, anticipata dal Corriere della Sera, è stata accolta con sorpresa ma anche con favore da molte anime del partito.

Chi è Silvia Sardone: da Berlusconi a Salvini

 

Classe 1982, Silvia Sardone entra in politica con Forza Italia, per poi lasciare il partito nel 2018. Alle elezioni europee del 2019 viene eletta con la Lega, raccogliendo un consenso record. Madre di due figli, ha avuto una lunga relazione con Roberto Di Stefano, ex sindaco di Sesto San Giovanni, ed è attualmente sposata con Davide Caparini, già assessore al Bilancio della Lombardia.

Il tandem con Vannacci

Accanto a lei, Matteo Salvini ha scelto di schierare l’ex generale Roberto Vannacci, altro campione di preferenze alle europee. Entrambi andranno a ricoprire il ruolo di vice segretari federali, incarico vacante dalla fine del congresso nazionale dello scorso aprile. Una scelta che segna un netto cambio di passo nella struttura della Lega.

Chi resta e chi cambia nella segreteria

Oltre alle new entry, sono attese anche alcune conferme: Alberto Stefani e Claudio Durigon dovrebbero mantenere la carica di vice, mentre ad Andrea Crippa sarebbe stato riservato un nuovo ruolo strategico. Stefano Locatelli dovrebbe essere confermato come responsabile enti locali.

Il nuovo assetto della Lega — più bilanciato tra i territori e attento alle spinte dal basso — rispecchia la strategia salviniana di rilancio in vista delle prossime sfide elettorali. E con Sardone e Vannacci in prima linea, il messaggio è chiaro: la Lega cambia pelle, ma resta fedele al suo leader.

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