Caso Garlasco, nuove analisi del DNA per scoprire l’identità di “Ignoto 2”:
A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, la Procura di Pavia riapre il capitolo investigativo affidandosi alla genetica forense.
L’obiettivo è duplice: rafforzare le accuse nei confronti di Andrea Sempio, ora formalmente indagato per concorso in omicidio, e risalire all’identità dell’enigmatico “Ignoto 2”, il possessore di un profilo genetico maschile parzialmente identificato sul corpo della vittima.
Anche se Alberto Stasi, fidanzato della ragazza e già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, ha quasi espiato interamente la pena, l’ipotesi di nuovi soggetti coinvolti nell’omicidio ha riacceso l’interesse degli inquirenti. L’indagine scientifica potrebbe riscrivere le verità giudiziarie finora stabilite.
Le nuove analisi del DNA: il punto di partenza
Il primo passo concreto di questa nuova fase investigativa è rappresentato da un incidente probatorio, ordinato dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli. Dopo la sospensione dell’udienza del 9 aprile e la rimozione del genetista Emiliano Giardina, è stata definita una lista di domande chiave e stabilito chi sarà sottoposto ai test genetici.
Il 17 giugno è la data fissata per avviare i lavori nei laboratori della Polizia Scientifica di Milano. In quell’occasione, la genetista Denise Albani e l’esperto dattiloscopista Domenico Marchigiani inizieranno a lavorare insieme ai consulenti delle parti per verificare la compatibilità tra i profili genetici recuperati e i nuovi campioni biologici raccolti.
Chi sarà sottoposto alle analisi genetiche?
I test del DNA coinvolgeranno circa dieci persone, tutte in qualche modo collegate alla casa dei Poggi o presenti nei momenti immediatamente successivi al ritrovamento del corpo di Chiara.
Tra i nomi più noti figurano:
Andrea Sempio, amico di Marco Poggi (fratello della vittima), ora indagato; Stefania e Paola Cappa, le famose “gemelle K”, cugine della vittima e già note per aver partecipato a un servizio televisivo poche ore dopo il delitto;