mercoledì, Maggio 21

Andrea Sempio, la procura: “Era sul luogo del delitto”, gli elementi chiave

Sono trascorsi quasi diciotto anni dal tragico omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.

Ma il caso è tutt’altro che chiuso. La Procura di Pavia ha riaperto le indagini e ha indirizzato la sua attenzione su un nuovo possibile scenario.

Al centro della rinnovata inchiesta vi è Andrea Sempio, già noto alle cronache per essere stato uno degli amici della giovane vittima, oggi formalmente indagato per omicidio in concorso. Gli inquirenti puntano a smentire l’alibi fornito da Sempio all’epoca e lo collocano fisicamente sul luogo del delitto la mattina stessa dell’omicidio.

Un’indagine riaperta con nuovi indizi e una strategia mirata

L’ipotesi della Procura è chiara: Sempio si trovava in via Pascoli, davanti o dentro la villetta dei Poggi, proprio nei minuti in cui Chiara veniva aggredita e uccisa. Un’accusa pesante, supportata da una nuova lettura di prove già acquisite e da elementi investigativi recentemente emersi.

In parallelo, gli inquirenti stanno riascoltando anche Alberto Stasi, già condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio, e Marco Poggi, fratello della vittima. Tuttavia, secondo fonti investigative, il focus principale dell’indagine è su Sempio. Gli inquirenti sospettano che non abbia mai raccontato tutta la verità.

Il movente: una possibile infatuazione nascosta

Uno dei punti chiave dell’ipotesi accusatoria riguarda una presunta infatuazione non corrisposta di Sempio nei confronti di Chiara Poggi. Secondo i magistrati, questa attrazione – mai dichiarata né confermata pubblicamente – potrebbe essere degenerata in una discussione culminata in un’aggressione. A supportare questa teoria, vi sarebbe una traccia genetica ritrovata sotto le unghie di Chiara, che secondo la Procura non può più essere spiegata semplicemente con un contatto indiretto, come quello con una tastiera condivisa.

I nuovi elementi suggeriscono che tra Chiara e il suo assassino ci sia stato un contatto fisico diretto, probabilmente nel corso di una colluttazione improvvisa. Questo rafforza l’ipotesi di una reazione violenta nata da tensioni emotive represse.

La dinamica del delitto: una scena priva di effrazione

La scena del crimine offre da sempre dettagli agghiaccianti ma anche rivelatori. Chiara era ancora in pigiama quando ha aperto la porta di casa. Non ci sono segni di effrazione, né tracce di violenza sessuale. Tutto lascia intendere che la giovane conoscesse il suo aggressore.

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.