giovedì, Maggio 22

Garlasco, Roberta Bruzzone gela l’entusiasmo: “Spacciano una vecchia impronta per sangue. L’Apocalisse è vicina”

Roberta Bruzzone sull’impronta del caso Garlasco: “Non è sangue, è ninidrina. E lo sappiamo da anni”

La criminologa Roberta Bruzzone torna a far sentire la sua voce sul delitto di Garlasco, e lo fa con un post al vetriolo su Instagram in risposta all’ultima notizia circolata su alcune testate: l’impronta trovata sul luogo dell’omicidio, attribuita ad Andrea Sempio, sarebbe stata definita “insanguinata”. Ma per Bruzzone è una ricostruzione distorta.

“E quando un’impronta (ritenuta non utile a fini identificativi all’epoca… ora invece lo diventa… ne prendo atto) ottenuta con ninidrina viene spacciata per un’impronta insanguinata su molte testate giornalistiche… allora scopri che l’Apocalisse è vicina”, ha scritto Bruzzone.

“Era la traccia 33, già nota dal 2007. E il test per il sangue fu negativo”

L’impronta in questione era stata individuata nel 2007 dai tecnici del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma e classificata come “traccia di interesse dattiloscopico numero 33”. Si trovava sul muro delle scale che portano alla cantina, proprio dove fu ritrovato il corpo senza vita di Chiara Poggi.

Secondo la criminologa, però, la traccia non fu mai considerata utile dagli esperti del Ris all’epoca, in quanto non sufficientemente dettagliata per un confronto efficace. Inoltre, era stata sottoposta a un test OBTI – un’analisi forense per rilevare la presenza di emoglobina – che aveva dato esito negativo: non c’era sangue.

“Una distorsione mediatica? Attenzione agli effetti”

Continua a leggere per scoprire maggiori dettagli.